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Aerei a terra oggi (giovedì 23 febbraio) per quattro ore, dalle 14 alle 18, per lo sciopero generale indetto da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti. A fermarsi è il settore del trasporto aereo che riguarda Alitalia, le aziende di gestione aeroportuale e di handling, il personale di terra delle compagnie aeree straniere. “L’astensione dal lavoro – dichiara il segretario nazionale Filt Cgil Nino Cortorillo – è stata proclamata per protestare contro la situazione di crisi di Alitalia, con l’assenza di un piano industriale e la volontà, ancora in atto, di passare dal contratto nazionale a un regolamento aziendale che rappresenta un fatto senza precedenti e di una gravità assoluta”.
I sindacati, inoltre chiedono che l’Inps rispetti quanto le leggi prevedono per il Fondo di solidarietà del settore. “Troppe lungaggini e troppi ostacoli impediscono ai lavoratori licenziati di avere gli ammortizzatori previsti” continua Cortorillo: “È inammissibile che per incapacità e ritardi dell’Istituto molti lavoratori siano privi di alcun ammortizzatore integrativo”.
Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti, intanto, mercoledì 22 non hanno partecipato all'incontro convocato per il pomeriggio da Assaereo, l'associazione datoriale cui aderisce Alitalia, con all'ordine del giorno il nuovo contratto di lavoro dei dipendenti dell’ex compagnia di bandiera. “Prima di riprendere un confronto sul rinnovo del Ccnl – hanno scritto in una lettera (inviata anche ai ministri Delrio, Calenda e Poletti) – è indispensabile rimuovere il tema del ‘regolamento aziendale’ che dovrebbe entrare in vigore il primo di marzo”.
Per i sindacati la condizione per far ripartire il dialogo, dunque, è il ritiro del regolamento aziendale (che congela gli scatti di anzianità e diverse altre voci dello stipendio) che la compagnia intenderebbe applicare dal primo marzo prossimo in assenza del rinnovo di contratto (scaduto il 31 dicembre scorso). Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti, in conclusione, hanno rimarcato “di dare la nostra disponibilità, più opportunamente in sede governativa, a un confronto sul tema del rinnovo del Ccnl avendolo rimosso da ogni azione unilaterale”.
“L'applicazione unilaterale di un regolamento alla scadenza di un contratto non si è mai vista prima” commenta il segretario nazionale della Filt Cgil Nino Cortorillo: “È una forzatura senza precedenti, la discussione sul contratto va fatta senza ultimatum e senza ricatti”. Com’è possibile, si chiede l’esponente sindacale, “sedersi al tavolo contrattuale senza sapere cosa preveda il nuovo piano industriale? Non sappiamo neanche se e in che misura vi sia l'impegno dell'azionista a tenere in piedi l'azienda, e ci si chiede di modificare il contratto. Sarebbe una trattativa al buio”. E così conclude: “Tanto più che dovremmo firmare entro il 28 febbraio, con la spada di Damocle che, senza accordo, dal 1 marzo scatta il nuovo regolamento unilaterale. È una vera follia”.
La questione del contratto è solo l’ultima occasione di dissidio tra compagnia e sindacati. Al centro rimane il tema del piano industriale, atteso dai lavoratori da molto tempo, che dovrebbe essere presentato nella prima settimana di marzo. Un piano che preoccupa fortemente i sindacati, visto che il bilancio del 2016 si sarebbe chiuso, secondo le stime, con un passivo di circa 400 milioni di euro. Secondo le prime indiscrezioni, l’intenzione della compagnia sarebbe quella di ridurre i costi di almeno 160 milioni di euro, attraverso tagli agli scatti d'anzianità, alle principali indennità di volo, alle ferie estive e ai riposi nel corso dell’anno. Sul tavolo, infine, resta la richiesta dei circa 1.500 esuberi (ma potrebbero essere anche 2 mila), richiesta per ora sopravanzata da altri temi più urgenti, ma che non è mai stata ritirata.