Primo incontro oggi (23 aprile) sul contratto integrativo dei dipendenti capitolini dopo l’esito del referendum. E' quanto si apprende da una nota della Fp Cgil di Roma e del Lazio. "Nessuna proposta compiuta - spiega - è stata presentata per superare l’atto unilaterale in alternativa alla pre intesa che avevamo sottoscritto, ma bocciata al referendum. Come si è svolto il confronto oggi ci preoccupa e non è un buon segnale per il futuro delle trattative. Non è più il tempo delle chiacchiere mentre l’atto unilaterale continua a produrre i suoi nefasti effetti".

"Anche oggi abbiamo ribadito che non ci stiamo a lasciare i dipendenti capitolini con buste paga tagliate e condizioni di lavoro, in alcuni casi, insostenibili. Lavoratori e lavoratrici di Roma Capitale hanno bisogno di risposte immediate. Come Cgil abbiamo chiesto di eliminare le parti palesemente illegittime contenute nell’atto unilaterale per il settore educativo e scolastico (insegnanti utilizzate al posto delle supplenti nelle scuole dell’infanzia, mancata sostituzione della prima educatrice assente negli asili nido, garanzie sul rapporto educatore/bambini e le modalità previste nei periodi di chiusura delle scuole e nell’utilizzo delle ferie). Chi ha sostenuto il no al referendum, garantendo la possibilità di soluzioni alternative e migliori della pre intesa ha l’obbligo di presentare immediatamente proposte compiute".

La nota quindi prosegue: "Oggi non è stato così, abbiamo assistito a proclami e propositi ma nulla di concreto è stato presentato. Ci si è aggiornati al 28 aprile, il giorno successivo all’ennesima busta paga decurtata causa il mancato accordo. Vedremo se saranno presentate proposte realizzabili, in quel caso saremo pronti a dare il nostro contributo, se non sarà così, non lasceremo soli lavoratori e lavoratrici; ci prenderemo l’onere di trovare una via d’uscita da proporre al tavolo che consenta di mantenere l’impegno preso con i dipendenti di Roma Capitale, con soluzioni che non li penalizzino dal punto di vista economico e lavorativo, conclude il sindacato.