“Per l'Europa le opzioni sono tre: andare avanti nell'attuale incertezza, un intervento della Troika per salvare Italia e Spagna, una vera unione fiscale, bancaria e politica”. Qual è la più probabile? “La seconda, perché la prima appare più difficile ogni giorno che passa e la terza è politicamente inaccettabile per la Germania perché ha il sapore dell'azzardo morale”. Intervistato da La Repubblica al suo rientro in America dopo diverse settimane in Italia, Spagna e Germania, Nouriel Roubini dimostra un rinnovato pessimismo. “Guardate che anche se lo spread rimane a questi livelli, figuriamoci se sale ancora, tutti e due i Paesi rischiano di perdere l'accesso ai mercati, prima la Spagna e poi l'Italia. A quel punto un intervento della Troika sul modello greco sarebbe inevitabile. E potrebbe accadere già nella prima metà del 2013”.

E sul futuro di Atene in Europa, “L'unica via per mantenere la Grecia nell'euro – spiega –è il varo immediato di un grande piano di finanziamenti europei abbondanti e continui ad Atene, condotti però con spirito realmente unitario, come il Nord d'Italia trasferisce risorse al Mezzogiorno o la Germania ovest le ha passate a quella orientale. E questo per un periodo lungo, diciamo vent' anni. Ma Berlino molto difficilmente sarà d'accordo. Eppure, secondo i nostri calcoli basati sui deficit corrente e fiscale, per un'operazione del genere sarebbe sufficiente il 5% del Pil greco. Dato che la Grecia è pari al 2% del Pil europeo, questo 5 equivale allo 0,1 % del Pil dell'eurozona: 11 miliardi. Non mi sembra insostenibile. Eppure per molti tedeschi è un anatema e perciò non può essere formalmente attivato”.