"Il 3 novembre scorso la Filcams Cgil, unitamente a Cgil e Cisl confederali, a Fisascat Cisl, Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl, ha sottoscritto un accordo con la Regione Lazio per la salvaguardia dei lavoratori dei Centri unici di prenotazione che operano in tutte le Aziende Sanitarie della Regione e presso alcune aziende ospedaliere". Così, in una nota, Roberto Giordano, segretario della Cgil di Roma e del Lazio e Valentina Italiano, segretaria della Filcams Cgil di Roma e del Lazio.

"Già dalla pubblicazione del bando di gara per l’affidamento del servizio, che avverrà tra circa 11 mesi, - continua la nota - le organizzazioni sindacali avevano denunciato il fatto che le condizioni dallo stesso dettate non avrebbero garantito né il mantenimento dei livelli occupazionali dei circa 2mila lavoratori coinvolti né la qualità e l'efficacia del servizio.  

Dopo una partecipata mobilitazione dei lavoratori, promossa dalle federazioni di categoria coinvolte e culminata con uno sciopero degli addetti del settore, abbiamo cominciato una trattativa con la presidenza della Regione, alla presenza dell'assessorato al Lavoro e della cabina di regia della sanità, al fine di trovare una soluzione condivisa per la vertenza.

Il confronto ci ha permesso di evidenziare il fatto che i lavoratori che operano nei servizi in appalto svolgono un ruolo fondamentale non solo per la prenotazione delle prestazioni sanitarie, ma anche perché impiegati in alcuni servizi di back office, in un contesto di utilizzo improprio di servizi, in assenza di razionale programmazione e, fino a oggi, senza il dovuto monitoraggio e la verifica da parte della Regione Lazio.

L'accordo siglato consentirà alle organizzazioni sindacali e alla committenza del servizio di continuare il percorso per individuare il numero effettivo delle risorse impiegate nelle singole Asl e il tipo di attività svolto e di collocare tutti i lavoratori che dovessero risultare in esubero, a seguito della prossima aggiudicazione dell'appalto, in innovativi servizi alle persone complementari al servizio Cup e sempre nell'ambito del settore socio-sanitario. La Regione Lazio, su richiesta delle organizzazioni sindacali e anche al fine di scongiurare l'impatto sociale che sarebbe potuto derivare da una dichiarazione di esuberi del personale, si è impegnata a indicare che tali risorse dovranno essere impiegate prioritariamente nelle nuove attività che saranno messe a bando, salvaguardando la professionalità acquisita dai lavoratori coinvolti, la continuità dei rapporti di lavoro e la garanzia dei livelli orari e retributivi. L'intesa raggiunta riveste una particolare importanza per l'assunzione di responsabilità da parte dell'ente committente, la Regione Lazio, che dichiara di voler agire tutti gli strumenti a sua disposizione per tutelare i lavoratori, i cittadini e gli utenti del sistema sanitario, pur senza rinunciare all'implementazione e all'innovazione dei servizi, in un contesto di razionalizzazione dei costi.

Auspichiamo che l’obiettivo raggiunto con questo accordo sia lo stesso che la Regione Lazio intenderà perseguire in relazione al taglio del 5% sui costi di beni e servizi, che investe le strutture della sanità del territorio e che, inevitabilmente, ricadrà sui lavoratori degli appalti. Cgil, Cisl e Uil hanno richiesto un incontro per discutere di questa ennesima riduzione annunciata e Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori coinvolti, sono pronte a sostenerli nella mobilitazione, qualora non si trovino soluzioni. Le organizzazioni sindacali possono e devono diventare interlocutore fondamentale fin dalla costruzione dei bandi di gara per l'affidamento dei servizi, praticando una contrattazione di anticipo, per dimostrare che la tutela dei posti di lavoro non deve essere sacrificata da interventi che in nome delle riorganizzazioni e razionalizzazioni  aziendali generano disastri occupazionali e mancata garanzia dell'erogazione di servizi essenziali per la cittadinanza".