“Mi sento onorata nell’intervenire a questo congresso. Per quanto rappresenti un rito o un obbligo statutario, come delegata proveniente da un luogo di lavoro, venire qui oggi, dopo aver partecipato a tutte le istanze congressuali per me rappresenta il massimo della democrazia e della partecipazione. Vivo il mio ruolo di delegata a Milano". Lo ha detto Alessia Ripamonti, delegata Filctem Bayer Milano, intervenendo al congresso Cgil: "Ho conosciuto la Cgil attraverso la formazione. Dentro la confederazione mi sento sicura, tutelata e so di essere dalla parte giusta. Mi ritengo anche fortunata. Il diritto di migrare non può essere scisso dal dovere di accogliere. I nostri porti devono essere aperti. Non tolleriamo l’attuale imbarbarimento contro chi è più debole e diverso. Il massimo del male in questo Paese è il lavoro che non c’è, il lavoro nero, povero, frammentato, le morti sul lavoro, gli omicidi quotidiani di donne per mano dell’uomo che amavano. Il male del nostro Paese è la corruzione, l’evasione fiscale, la mafia, l’indifferenza, il qualunquismo, la memoria corta di chi dimentica che nella nostra Costituzione c’è il divieto della ricostituzione del partito fascista. Dove non c’è memoria, lì trovo la mia Cgil”, ha affermato l’esponente della Filctem meneghina.

"Io lavoro alla Bayer, e nella realtà della mia azienda farmaceutica abbiamo raccolto la sfida dell’industria 4.0. La trasformazione digitale è già entrata nel mio luogo di lavoro e il mio stabilimento è tra le dieci fabbriche più innovative al mondo. Gli operatori hanno a disposizione dei visori dove scorrono le istruzioni operative e sono in grado di correggere gli errori dei lavoratori. La macchina della produzione conosce le richieste del mercato ed è in grado di calcolare le efficienze migliori per la produzione. L’innovazione ha permesso di incrementare l’occupazione del 30% negli ultimi due anni. Questa è la sfida che, come Cgil, abbiamo raccolto. Una grande opportunità. Abbiamo impegnato l’azienda sulla valorizzazione delle competenze, l’occupazione, i diritti dei lavoratori. La sensazione è quella di avere gli occhi puntati addosso. Abbiamo il dovere di raccogliere gli stimoli provenienti da questa assemblea. Ho bene in mente la Cgil che contratta e che anticipa i cambiamenti e che faccia sintesi. Abbiamo bisogno di migliorare le condizioni dei lavoratori. Noi non siamo uno. Noi siamo parte di un tutto e senza il contributo di ognuno di noi non avremmo costruito questa grande organizzazione che è la Cgil”, ha concluso la delegata.