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“Da vent’anni aspettiamo il riordino interno delle carriere. Ma il testo varato dal governo è del tutto insufficiente”. Una bocciatura, quella del segretario generale Silp Daniele Tissone e del segretario nazionale Fp Salvatore Chiaramonte, che si traduce oggi (mercoledì 15 marzo) a Roma in un sit-in di protesta in piazza Monte Citorio, a partire dalle ore 14.30. Una mobilitazione, che vede in piazza lavoratori della Polizia di Stato e della Polizia penitenziaria, che “trasformeremo in una piattaforma di proposta concreta e realizzabile”.
È dal 1995 che gli agenti attendono “un riordino interno delle carriere che valorizzi il personale in divisa e renda più efficienti le forze di polizia, garantendo maggior sicurezza ai cittadini” spiegano Tissone e Chiaramonte: “I governi Renzi e Gentiloni hanno stanziato circa un miliardo di euro per questo provvedimento, dopo una battaglia che ci ha visti protagonisti. Ora non possiamo buttare via il bambino con l'acqua sporca a causa di una riforma dei ruoli e delle qualifiche il cui testo, varato recentemente dal Consiglio dei ministri in attuazione della legge Madia, giudichiamo inaccettabile”.
Silp e Fp Cgil chiedono anzitutto “un riordino equo, che valorizzi professionalità, esperienze e titoli di studio, che dia a tutti reali possibilità di progressione in carriera, superando gli errori del 1995 e i gap determinati da oltre 20 anni di mancati concorsi, e che non crei nuovi disallineamenti e differenziazioni tra le forze dell'ordine”. Il sindacato sollecita poi la stabilizzazione (a valere per tutti) del bonus di 80 euro, in cifra netta, e il pagamento immediato del beneficio “che è stato vergognosamente sospeso dal mese di gennaio”.
Poliziotti e agenti penitenziari rimarcano la necessità di “un contratto dignitoso che dia concreta risposta a otto anni di stipendi fermi e di grave perdita economica dovuta al mancato pagamento degli avanzamenti di qualifica e dell'assegno di funzione”. Silp e Fp richiamano anche l’esigenza di “un sistema pensionistico giusto, che non penalizzi chi sta per andare in quiescenza e soprattutto tuteli i più giovani, che rischiano di essere i poveri del domani, avviando al più presto un impianto di previdenza complementare già previsto dalla riforma Dini e mai attuato”. Infine, puntano l’attenzione sulla mancanza di “una reale parità di genere e di una tutela reale dei diritti che spesso vedono le donne penalizzate negli impieghi e nei servizi, impossibilitate a esercitare il loro diritto alla maternità, con una negazione delle prerogative e dei benefici previsti dalla legge per le altre categorie di lavoratori”.
Tornando al decreto emanato dal governo, ora il provvedimento deve ricevere il parere delle Commissioni parlamentari competenti e del Consiglio di Stato. “Ci sono quindi buoni margini di manovra – dicono Tissone e Chiaramonte - per migliorare un testo che a oggi non risolve problemi annosi come i mancati concorsi e i disallineamenti tra le diverse forze di polizia, e che penalizza gli agenti e gli assistenti, ma anche i sovrintendenti e gli ispettori”. La piattaforma messa a punto da Silp e Fp, concludono i due esponenti sindacali, permetterebbe “di migliorare sensibilmente il provvedimento anche a invarianza di spesa”.