“Ultimo chilometro” per alcuni rinnovi contrattuali del pubblico impiego. Dopo l’accordo del 23 dicembre scorso per gli statali in senso stretto (ministeriali, dipendenti delle agenzie fiscali e del parastato) per il quale - riferisce l'Ansa - è arrivato il parere positivo della Ragioneria generale dello Stato, e dopo l'accelerazione per il comparto della conoscenza (scuola e università), si entra nel vivo anche per gli altri settori. Oggi (martedì 16 gennaio) si è svolto a Roma il tavolo, tra Aran (l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) ed i sindacati di settore Cgil, Cisl, Uil, Fisi, Fials, Nursind e Nursing-up. per i 530mila lavoratori della sanità.

La trattativa sembra incanalata nel giusto binario con la chiusura del nuovo contratto prevista per il mese febbraio. Per l'accordo definitivo, sottolineano i sindacati, "si attende il riscontro del ministero dell'Economia in merito alla quantificazione economica relativa agli aumenti stipendiali". 

“Il nostro auspicio – commenta Serena Sorrentino, segretario generale della Fp Cgil – è che si arrivi presto ai rinnovi della sanità e delle funzioni locali, e che si procede celermente anche per quello dell'istruzione e della ricerca, chiudendo così il ciclo di tutti i contratti pubblici”. Entrando nel merito delle questioni, Sorrentino ribadisce che “l'accordo del 30 novembre è stato sottoscritto anche dalle amministrazioni locali: dal punto di vista del trattamento economico, la nostra rivendicazione parte dalla conferma degli impegni di quell'accordo. Occorre, dunque, garantire aumenti non inferiori agli 85 euro medi mensili per la reggenza 2016-2018”.

Per quanto riguarda specificatamente la sanità, il segretario generale Fp rimarca anzitutto la necessità di agire in direzione di “una riorganizzazione dei fondi per la contrattazione decentrata, e di un suo contestuale sviluppo dinamico”. Sempre per il medesimo comparto, Sorrentino sottolinea l’urgenza “della ristrutturazione delle indennità, della revisione del sistema degli incarichi e soprattutto, punto essenziale per la Cgil, la previsione di mantenere la non derogabilità sull'orario di lavoro”.

Qualche preoccupazione desta il rinnovo del comparto sicurezza e difesa (il tavolo è in programma mercoledì 17 gennaio). In particolare “per i ritardi con cui si sta svolgendo la trattativa e la mancanza di dati e proiezioni su cui ipotizzare la destinazione e la ricaduta delle risorse su parte fissa e accessoria”. Nell’ultimo incontro, che si è tenuto venerdì 12 gennaio, “la parte pubblica – spiegano Fp e Silp Cgil – si è presentata senza aver preventivamente fornito alle rappresentanze e ai sindacati dati e tabelle sulle risorse a disposizione”. Le categorie sindacali hanno però “accolto con favore la proposta di procedere unitariamente con la discussione su parte fissa e accessoria e su parte normativa”, salutando con soddisfazione anche la decisione che “le risorse da destinare con successivo Dpcm siano oggetto di discussione sulla loro destinazione da parte del tavolo contrattuale”. Preoccupazione, invece, esprimono Fp e Silp sulla “persistente mancanza dei dati, che non permettono di avere certezze sul mantenimento del minimo accordato degli 85 euro medi mensili lordi”.