Il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge costituzionale “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte seconda della Costituzione”.

La Cgil "ha espresso da tempo la propria posizione per mirate modifiche costituzionali volte al superamento del bicameralismo perfetto e alla ridefinizione della ripartizione delle materie e delle funzioni tra Stato e Regioni indicata nel Titolo V. Il testo approvato, nonostante alcuni miglioramenti introdotti rispetto alla versione originaria, presenta alcune importanti criticità che è necessario siano risolte durante i lavori della Camera dei Deputati". E' quanto si legge in una nota di Corso Italia.

"Appare imprescindibile - scrive il sindacato - la necessità di introdurre adeguati bilanciamenti al superamento del bicameralismo perfetto, volti, innanzitutto, a garantire al pluralismo politico ed alle minoranze spazi e modalità adeguate di partecipazione e rappresentanza, che non possono essere mortificate in favore della “governabilità”, e a preservare l'equilibrio tra poteri proprio di un sistema parlamentare, salvaguardando, in particolare, la terzietà delle istituzioni di garanzia, quali il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale, il cui ruolo super partes sarebbe compromesso dal combinato disposto tra il superamento del bicameralismo e una ipotesi di legge elettorale caratterizzata da effetti distorsivi ultra-maggioritari, quali sono quelli previsti dal cosiddetto “Italicum”, sulla cui conformità al dettato costituzionale, ribadito dalla recente sentenza della Corte (1/2014), permangono molti dubbi".

La Cgil "nelle sue posizioni ha sempre evidenziato la necessità che il Senato sia considerato come Camera delle Regioni e delle Autonomie locali. In relazione a tale funzione legislativa, sarebbe conseguentemente auspicabile prevedere un procedimento bicamerale per tutte le specifiche disposizioni (anche singoli articoli) che incidono sulle attribuzioni e sulle funzioni di Regioni e autonomie locali. La sola procedura rafforzata - prevista nel ddl costituzionale-, infatti, con un sistema elettorale maggioritario, renderebbe facilmente superabile per la Camera dei Deputati ogni obiezione posta dal Senato. Se il nuovo Senato deve essere rappresentativo delle istituzioni territoriali, la sua composizione e il suo intervento nel procedimento legislativo devono essere conformi alla necessità di farne il luogo istituzionale dell'esercizio collettivo dell'autonomia legislativa e organizzativa della Repubblica".

"Le modifiche apportate al Titolo V, in particolare all'articolo 117 che ridefiniscono le competenze legislative tra Stato e Regioni, eliminando la legislazione concorrente in favore della doppia competenza esclusiva di Stato e Regioni, pongono l'esigenza politica prioritaria di definire “i livelli essenziali delle prestazioni e le disposizioni generali” affinché l'uniformità dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale sia effettivamente garantita e non possa essere tradita da un lato da un'organizzazione regionale portatrice di differenziazioni tali da condizionare o precludere l'esigibilità di diritti costituzionalmente sanciti o dall'altro da una legislazione in campo economico-finanziario che impedisca la piena esigibilità ed universalità dei livelli essenziali delle prestazioni. È altresì auspicabile l'individuazione di una modalità di esercizio delle competenze che salvaguardi il necessario equilibrio tra interesse nazionale e specificità territoriali, posta l'ineliminabile “concorrenza” in alcune materie che potrebbe dare nuovamente adito a ricorsi alla Corte Costituzionale".

"Rileviamo, infine, che l'aver riportato a competenza esclusiva statale ambiti di diretto impatto sulla popolazione, rende sempre più necessario varare una legge nazionale sulle forme di democrazia partecipativa, che favorisca il coinvolgimento attivo delle popolazioni locali al fine di consentire la massima condivisione delle scelte operate, anche a integrazione delle innovazioni introdotte sull'obbligo di discussione per le leggi di iniziativa popolare e sulla previsione di referendum propositivi e di indirizzo".

"La soppressione del Cnel, poi, lascia aperto il tema delle modalità attraverso le quali si esplica il dialogo sociale, nonché la continuità di quelle funzioni specifiche attribuite a questo organismo, tra le quali spicca la Banca dati dei Contratti nazionali e di secondo livello per il sistema pubblico e il sistema di accertamento della rappresentatività definito negli accordi interconfederali. A tal fine sarà necessario dare seguito all'ordine del giorno approvato dall'aula del Senato in materia", conclude il sindacato.