"Continua a sorprendere l'esiguità dell'interesse imprenditoriale verso il bollino di legalità, ovvero il rating assegnato dall'Autorità nazionale antitrust - senza costi per le imprese richiedenti - che certifica la legalità/regolarità/tracciabilità nella buona gestione fiscale, contributiva ed antimafia per l'azienda. A denunciarlo in una nota è Franco Zavatti, coordinamento legalità e sicurezza Cgil Emilia Romagna.

"In tutta Italia - scrive Zavatti - i timbri del rating raggiungono, con l'ultimo report, il basso numero di 5.170, comprese le riconferme biennali e le nuove adesioni, al netto dii dinieghi e revoche/cancellazioni". E anche in Emilia Romagna, secondo Zavatti, l'incremento del 219% sull'anno precedente non deve trarre in inganno. "I numeri puri e crudi mostrano un'imprenditoria emiliano-romagnola ancora molto refrattaria nel valutare l'importanza di appartenere alla lista di legalità. Il primato - continua Zavatti - va alle coop regionali che, pur essendo l'1,3% del numero totale delle imprese, pesano per il 24% del totale dentro al rating. Le Srl ci sono con 298 ditte, le Spa con 176 e infine le Snc con 22". 

"Come si vede - chiosa il coordinatore per la legalità e sicurezza della Cgil regionale - adesioni al marchio di regolarità aziendale che si pesano con le decine, rispetto alle tante migliaia di aziende potenzialmente richiedenti. Alle tante imprese in piena regola davvero converrebbe ottenere il rating, grazie ai possibili vantaggi di immagine, ma sopratutto competitivi ed economici nelle pratiche e nei costi bancari, nei possibili incentivi pubblici e, fondamentale, per i possibili punteggi aggiuntivi nei bandi per lavori e servizi pubblici".