"In Puglia dal 2013 al terzo trimestre del 2014 si registrano 10mila occupati e il dato peggiora fino a 17mila se si considera il numero di occupati al terzo trimestre 2013". Lo scrive il Centro Studi della Cgil di Bari nel report di fine anno presentato oggi (30 dicembre) alla stampa. "Ancora non c'è ripresa - scrive il sindacato - ma sembra che nel 2014, quantomeno, si attenui quel crollo dell'occupazione che aveva invece connotato il 2013, un anno nero per il lavoro, in cui le perdite si attestavano su una cifra superiore agli 80mila occupati".

Il Centro Studi osserva che il dato dei 10mila occupati in meno è la sintesi tra la perdita di 11mila occupati uomini e l'incremento di mille occupate donne. "Sembra quindi - scrive il sindacato - che, dopo la pausa negativa del 2013, l'occupazione femminile sia tornata, seppure con tanti limiti e vulnerabilità, a crescere, così come era accaduto negli anni post-crisi". Nello stesso periodo preso in esame "aumentano di 17mila unità i disoccupati", risultato "non solo del calo del numero degli occupati, ma anche dalla diminuzione di 4mila unità del numero degli inattivi".

Nella provincia di Bari, comparando i dati al terzo trimestre tra il 2013 e il 2014, i saldi tra il numero complessivo delle imprese e a quello degli addetti, presentano delta di segno opposto: al terzo trimestre 2014 le imprese sono 150.892 contro le 150.712 registrate al terzo trimestre dell’anno precedente, con un aumento di 180 unità produttive. Ma nello stesso intervallo di tempo considerato, il numero degli addetti cala di ben 2.681 unità. Necessaria cautela nel considerare questi dati - avverte il centro studi della Cgil - poiché non ci si trova dinanzi a valori completi che solo la media annuale potrà fornire".

Guardando ad alcuni settori, nei primi tre trimestri del 2014, il report Cgil rileva che il danno occupazionale maggiore lo fa registrare il settore delle Costruzioni che in un anno perde 69 imprese (passando da 17.980 a 17.911) e ben 2.013 addetti (passando da 55.017 a 53.004). Poi c'è il comparto tessile fa registrare una perdita di 27 unità di impresa (passando da 3.477 a 3.450) e di 347 occupati (passando da 22.434 a 22.087). Poi il settore della fabbricazione di macchinari, autoveicoli e apparecchiature elettroniche che perde 318 unità di impresa (passando da 1.690 a 1.372) e 157 addetti (passando da 11.065 a 10.908). Diversi numeri ma analogo andamento per le imprese del settore chimico e farmaceutico, il numero delle imprese passa da 116 a 117, ma diminuisce i numero degli addetti di 93 unità (passando da 1.000 a 907).

Diverso, invece, il comportamento dell'Agricoltura che perde, rispetto allo stesso periodo, 419 imprese, mentre il numero dei suoi addetti aumenta di 1.610 unità. E, inverso rispetto a questo, quello del Commercio che vede aumentare di 175 il numero delle unità di impresa (passando da 40.486 a 40.661) ma perde 749 addetti(che passano da 85.057 a 84.308) e le imprese impegnate nella fabbricazione di mobili che aumentano di 5 unità produttive (passando da 1022 a 1027) ma perdono 298 unità di personale (passando da 10.664 a 10.366).

"Il 2015 è un anno importante per gli investimenti nella città di Bari e nella sua Area Metropolitana - si legge ancora  nel report - Si sbloccano finalmente i 394 milioni di euro del nodo ferroviario, investimento destinato non solo a modificare radicalmente, in senso positivo, l’assetto urbanistico della città, ma anche ad accelerare in maniera determinante il processo di integrazione della rete dei trasporti tra nord e sud e a creare grandissime opportunità di lavoro. Il 2015 è anche l’anno in cui si avvia la nuova Programmazione dei Fondi Comunitari che vedrà Bari interessata, oltre che dal Por (Programma Operativo Regionale), direttamente dal Pon Città Metropolitana (Programma Operativo Nazionale) con una dotazione finanziaria di circa 100 milioni di euro".