La condizione del lavoro nelle campagne pugliesi nel 2016 è peggiorata. L'effetto annuncio non ha prodotto risultati e hanno continuato a imperversare caporalato, sottosalario, trasporti illegali. In alcuni magazzini ortofrutticoli si lavora fino a 12-14 ore al giorno, i salari sono mediamente inferiori del 40-60% rispetto a quelli del contratto, i ghetti sono affollati di migliaia di lavoratori anche quest’anno. E' quanto hanno affermato, oggi 5 settembre, la Cgil e la Flai Puglia in una conferenza stampa congiunta. 
 
“La condizione è peggiorata perché gran parte dei provvedimenti annunciati sono rimasti sulla carta - ha aggiunto Giuseppe Deleonardis, segretario generale Flai Puglia -. Il governo non ha trasferito un centesimo alla Puglia dei 4 milioni di euro annunciati per le azioni del protocollo sottoscritto a maggio. La Regione da parte sua non ha stanziato le somme che aveva per i trasporti (1 milione), nulla per i contributi a chi assumeva dalle liste di prenotazione (800mila euro), nulla a sostegno delle azioni ispettive (800mila euro)”.
 
Di contro, c'è Il protagonismo negativo di “un blocco agrario che trova ascolto nella Regione circa la modifica degli indici di congruità della legge 28. Che ancora non è stata mai completata a sei anni di distanza, ad esempio per quel che riguarda l’integrazione delle banche dati. Con l’assurdo che vi sono aziende oggetto di ispezioni che hanno beneficiato di fondi pubblici. Nel 2015 le ispezioni sono state circa 2.300 e le aziende con irregolarità il 58 per cento”.
 
E' assurdo, conclude Deleonardis , “scoprire aziende pugliesi sotto processo per caporalato iscritte alla Rete di qualità del Ministero dell’Agricoltura. Questo perché per l’iscrizione non è prevista l’applicazione del contratto. Ragion per cui chiediamo al Parlamento che si acceleri per l’approvazione del ddl già passato al Senato e che estende alle aziende anche le responsabilità penali”.
 
Pino Gesmundo, segretario generale Cgil Puglia, ha infine aggiunto: “L’agroindustria è un pezzo fondamentale della nostra economia. Produce Pil, export e noi crediamo che in questa battaglia per la legalità e la qualità le associazioni datoriali dovrebbero essere sedute al nostro fianco. Invece c’è’ chi lamenta la militarizzazione delle campagne, cosa non vera. Dovrebbero agire a difesa delle aziende sane, che puntano su qualità del lavoro elemento che incide sulla qualità delle produzioni, valore aggiunto del brand Puglia. Il nostro messaggio è alle parti datoriali: o la si fa assieme questa battaglia o siamo pronti a proseguire da soli con le denunce, le mobilitazioni, le proposte”.