“In questo paese ci stiamo confrontando da anni con governi che reagiscono alla crisi economica in corso negando i diritti dei lavoratori e dei cittadini. Il lavoro è ormai diventato un dovere non un diritto, mentre il pubblico impiego è oramai un bancomat da cui prendere sempre senza mai dare”. Il segretario generale della Fp Cgil Rossana Dettori ha inaugurato con queste parole la campagna per il rinnovo delle Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) nel pubblico impiego. Lo ha fatto al Teatro Quirino di Roma, nel corso dell’iniziativa "Democrazia, Partecipazione Lavoro - Avanti diritti!" organizzata da Flc Cgil e Funzione pubblica Cgil.

Le lavoratrici e i lavoratori pubblici voteranno i loro nuovi rappresentanti sindacali dal 3 al 5 marzo prossimi. Un appuntamento fondamentale per il mondo del lavoro nel Pubblico impiego e nella Conoscenza (scuola; università; ricerca; alta formazione artistica, musicale e coreutica).


“Se si continuerà a perseverare nei tagli indifferenziati alla pubblica amministrazione - prosegue Dettori -, il risultato sarà la drastica riduzione dei servizi ai cittadini. Un esempio per tutti di come il governo si muova a caso è la vicenda delle province. Le nuove province esistono solo sulla carta, en on si sa nulla su che fine faranno i lavoratori, non si fa una seria ricognizione delle funzioni che passeranno alle regioni, mentre a breve i percorsi di mobilità dovranno essere conclusi. Si naviga a vista, l'unica cosa certa è l'indecente blocco della contrattazione”.

“E' ora di dire basta con questi governi incapaci di dare risposte – ha continuato Dettori -. In questo quadro, le elezioni delle Rsu sono più di un'opportunità. Rappresentano la possibilità di riconquistare spazi di democrazia partecipativa per i cittadini sui luoghi di lavoro e nella società. Le Rsu sono una grande potenzialità anche per il resto del paese, perché è importante riconquistare la nostra capacità di rappresentanza delle esigenze dei cittadini. Se la politica ci sfida sul terreno della rappresentanza, l'elezione delle Rsu nei posti di lavoro deve essere la nostra risposta”.

Pantaleo (Flc), pretendiamo rispetto per i lavoratori
“Queste elezioni parlano al paese e parlano ai nostri comparti. Dicono a questo paese che la Cgil non è disponibile a recedere sul piano della democrazia. Noi vogliamo più welfare, più conoscenza, più sanità, vogliamo insomma i diritti fondamentali garantiti per le persone. Noi vogliamo rinnovare il nostro settore, ma la riforma del pubblico si fa con i lavoratori non contro i lavoratori”. Lo ha detto il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo.

“La campagna di questi giorni contro di noi è ignobile – ha proseguito -. Noi non difendiamo chi non fa il proprio dovere, noi non difenderemo mai i fannulloni perché danneggiano il mondo che rappresentiamo. Ma pretendiamo rispetto per i lavoratori e per il lavoro. La campagna che ci denigra è terribile, perché non si può fare di tutta l'erba un fascio. Vogliamo dare questo senso alle elezioni per le Rsu, perché per noi c'è un nesso indissolubile con la riconquista del contratto nazionale, uno strumento fondamentale perché è diritto costituzionale, parte di quella Costituzione che è stata seppellita da questo governo. Il contratto è un diritto che consente alle persone di non sentirsi sole, il contratto è un grande elemento di solidarietà. Per questo la nostra battaglia ha l'obiettivo di raggiungere la parità di diritti tra lavoro stabile e precariato. Questo sarebbe un elemento di grande solidarietà, insieme al recupero salariale, un'altra altra parola scomparsa dal vocabolario”.

Camusso: la nostra battaglia per libertà e democrazia
“Dopo i tragici fatti di Parigi, si parla molto di libertà e democrazia. Non abbiamo paura di difendere una idea di libertà e democrazia che è anche il fondamento della dignità del lavoro. Perché non c'è dignità senza libertà, quindi non bisogna avere paura. Ai fanatismi, a chi pensa che l'unica parola che viene ascoltata sia quella delle armi, si risponde con una sola parola: integrazione. Noi dobbiamo lavorare per costruire l'integrazione. Perché l'Europa è nel mondo e non può chiudere le frontiere, ma deve aprirsi all'integrazione. Se ci si pensa bene stiamo parlando proprio della funzione pubblica. Non ci sarà mai integrazione se prevarrà l'idea che bisogna chiudere i rubinetti e le possibilità per i cittadini. Non ci sarà integrazione se si chiuderà il perimetro pubblico per impedire che ci siano risposte alla richiesta di diritti”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, chiudendo l’iniziativa.


“Dobbiamo avere l'orgoglio – ha continuato Camusso - di essere dei cittadini che garantiscono la cittadinanza a tanti altri. E' questo è lo straordinario orgoglio che ci appartiene. In questa sede lo coniughiamo con la nostra centralità per le scelte del paese. La legalità è la nostra battaglia. Le parole democrazia e libertà vanno coniugate anche così. Perché senza legalità non c'è lavoro e quindi non c'è libertà”.

“Una delle grandi avventure che stiamo vivendo – ha detto il segretario generale della Cgil - è la ricostruzione di un'idea di solidarietà. È la richiesta che ognuno di noi deve fare proponendo ai lavoratori di candidarsi, di fare parte di questa ricostruzione. Perché il nostro impegno non salvaguarda un singolo, ma salvaguarda la collettività. Lo abbiamo sempre fatto, ma oggi lo facciamo in un contesto molto diverso dal passato. Oggi il governo pensa che il lavoratore vada punito, quindi la nostra funzione assume un'importanza maggiore. Oggi bisogna unire il lavoro e smettere di dividerlo. E' per questo che la rappresentanza deve mantenere alta la bandiera dell'unità”.

“Noi – prosegue Camusso – abbiamo il vizio di raccontare la realtà come la vediamo e non come la vorremmo. Noi non abbiamo dubbi che la vertenza del lavoro pubblico è e sarà una battaglia difficile, e non solo per la sua dimensione. Ma sebbene ci diranno che noi siamo quelli che non vogliono cambiare, che vogliono mantenere i privilegi, sappiamo che non si può riformare senza coinvolgere e convincere chi è soggetto di quel cambiamento, ancor più in un lavoro che non è sostituibile dalle macchine, ma è fatto soprattutto dalle relazione tra le persone, tra il cittadino e il lavoratore”. “Il governo scelga se vuole stare con il corporativismo o con il cambiamento - ha continuato Camusso –, noi stiamo con il cambiamento. Non sarà facile, ma sapremo convincere i lavoratori che nonostante l'attacco non devono chiudersi, ma aumentare la volontà di collaborazione. Non sarà facile convincerli che possiamo essere protagonisti del cambiamento, ma lo possiamo fare perché in questa difficile epoca la Cgil ha sempre rappresentato l'alternativa alla solitudine. Noi possiamo a testa alta dire che abbiamo sempre provato a fare qualcosa perché vincesse la solidarietà.”

“E lo abbiamo fatto - ha concluso il segretario Cgil – perché pensiamo che il lavoro sia parte della dignità di una persona. Come ha dimostrato la crisi, la solidarietà delle persone non esiste se il lavoro non c'è, perché manca una parte della loro dignità. Noi saremo sempre una risposta, perché sappiamo cosa fa pensare a una persona di vivere una vita dignitosa: un lavoro giustamente retribuito”.

Informazioni e link
L’Aran ha pubblicato sul suo sito una circolare contenente “chiarimenti” sulle modalità nello svolgimento delle elezioni (scarica il pdf). Per quanto riguarda il pubblico impiego, approfondimenti e materiali si possono trovare sulla sezione speciale Rsu 2015 aperta dalla Fp Cgil sul suo sito. Una sezione analoga, aggiornata costantemente, si trova sul sito della Flc Cgil.