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L’accordo quadro del 30 novembre va rispettato integralmente. È questa la richiesta che oggi (lunedì 13 febbraio) i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil rivolgono al governo, nell’incontro che si tiene alle ore 11 a Roma, presso la sede di Palazzo Vidoni. I contratti dei 3 milioni 150 mila dipendenti pubblici, fermi da più di sette anni, vanno rinnovati subito: “Spero non serva” ha detto nei giorni scorsi il segretario generale Cgil Susanna Camusso, ma “se l’esecutivo non applica l'accordo quadro non avremo particolari problemi a mettere in piedi una mobilitazione unitaria”.
La trattativa sembra ben avviata, ma rimangono ancora alcuni nodi da sciogliere. Il più importante è quello sui premi di produttività, che vale complessivamente otto miliardi di euro (pari a circa 2.300 euro medie in busta paga, con punte di 11 mila in alcuni enti pubblici non economici): messa da parte la cosiddetta “riforma Brunetta”, giudicata ingiusta e troppo rigida da governo e sindacati, la discussione oggi riguarda i sistemi di valutazione delle prestazioni lavorative (individuali e collettive) e della produttività, e come queste valutazioni si traducano in incentivi finanziari.
Il confronto, però, non si limita al solo aspetto del rinnovo contrattuale (per il quale è stato stabilito un incremento non inferiore a 85 euro annui). Ma è strettamente legato al decreto di attuazione della cosiddetta “riforma Madia”, che introduce nuove regole nel Testo Unico per il pubblico impiego, con evidenti ricadute sul rinnovo dei contratti. Anche su questo la discussione è aperta, ma il tempo stringe: la legge delega al governo è ormai prossima alla scadenza, e il decreto va presentato al Consiglio dei ministri del prossimo venerdì 17 febbraio.
“L'incontro arriva dopo la richiesta fatta dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil al ministro Madia di rendere formale un incontro che rischiava di avvenire solo ed esclusivamente attraverso indiscrezioni di stampa” spiega il segretario generale della Fp Cgil Serena Sorrentino alle agenzie di stampa: “Per quello che ci riguarda abbiamo sentito parlare di tante cose, nessuna delle quali ha a che fare con l'accordo del 30 novembre scorso che dettava le linee guida per riformare il Testo Unico".
Riguardo la valutazione delle performance, Sorrentino chiede che “sia finalizzata a premiare la professionalità. La logica finora emersa era orientata a penalizzare sempre e comunque qualcuno: noi vogliamo criteri stabiliti dalla contrattazione e non la discrezionalità dei dirigenti”. Il segretario Fp Cgil, inoltre, sottolinea “che non accetteremo senza alcuna reazione una campagna di ulteriore delegittimazione delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici, che sembra più di epoche precedenti che invece relativa alla svolta che abbiamo determinato con l'accordo del 30 novembre". In conclusione, Sorrentino ricorda che “abbiamo già detto che se non ci sono le risorse per rinnovare i contratti e se non c’è un cambiamento vero del Testo Unico, noi siamo pronti alla mobilitazione”.