Oltre 500 dipendenti delle province venete sabato saranno a Roma per chiedere che sia messa rapidamente fine alla situazione che vede 20.000 dipendenti di questi enti (circa 1.500 in regione) ancora privi di destinazione, mentre i tagli agli enti locali non favoriscono certo l’uscita dal caos che si è creato.

"Proprio in questi giorni, le province – dicono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl del Veneto – avrebbero dovuto pubblicare le liste nominative del personale oggetto di processi di mobilità; invece la situazione è ancora in stallo e i lavoratori sono nell’ incertezza più totale. La legge di Stabilità ha tagliato i fondi del 50% alle ex province (25% per le città metropolitane), ma nessuno dei lavoratori interessati sa in quale sede, in che modo e per fare cosa si sposterà. Colpa di quelle regioni (tra cui il Veneto) che non hanno approvato le leggi per prevedere quali funzioni e personale delle province assorbire. Ma colpa anche dell’assenza di una regia complessiva che ci si sarebbe dovuti aspettare".

“Il Governo – proseguono i sindacati – non ha attivato gli strumenti previsti dal protocollo Delrio e con i tagli della legge di Stabilità ha generato maggiore incertezza tra i lavoratori, causando un ridimensionamento dei servizi ai cittadini”.

Fp Cgil, Cisl Fp e Fisascat, Uil Fpl, a fronte dello stanziamento delle risorse che per tutto il 2015 garantiscono il mantenimento dei servizi per i disabili sensoriali e dei 570 posti di lavoro, "tirano un respiro di sollievo, ma fanno presente che ciò non risolve in via definitiva il problema, legato alla mancata definizione dell’eredità delle funzioni delle province, oltre che della precarietà del lavoro".

“Garantire la continuità di questi servizi – rilevano ancora i sindacati –, è innanzitutto un  atto di civiltà e di speranza, di fronte a un sistema di welfare che in questi anni è sempre meno garantito e sempre più impoverito. La mobilitazione di lavoratrici e lavoratori, che si sono posti in questa vertenza sia come operatori del settore che come cittadini a difesa di un servizio che sarebbe stato tolto a chi meno può difendersi, ha pagato. Siamo soddisfatti per il risultato di oggi; è importante, ma dal nostro punto di vista è solo un tamponare la situazione. Bisogna rendere strutturale il servizio per il futuro e garantire stabile e buona occupazione, contrattualizzando quei rapporti di lavoro che oggi sono gestiti in regime di libera professione, ma che a nostro parere sono sfruttamento del lavoro. Vigileremo per evitare di ritrovarci punto ed a capo fra qualche mese. Vorremo evitare di ritrovarci di nuovo a presidiare il consiglio regionale per chiedere gli stanziamenti per il 2016”.