Stato di agitazione del personale della Presidenza del Consiglio dei ministri. Lo hanno dichiarato Fp-Cgil, Diprecom, Snaprecom e Uilpa. Le quattro organizzazioni sindacali di categoria hanno espresso la propria preoccupazione per la sorte dei lavoratori delle sedi distaccate della Scuola nazionale dell’amministrazione – Acireale, Bologna e Reggio Calabria – soppresse in forza dell’articolo 21 del decreto legge n. 90 del 24 giugno 2014, che, denunciano i sindacati, "rischiano di essere posti in mobilità obbligatoria come già accaduto ai colleghi di ruolo del Turismo".

"Il tutto si innesta nell’ambito di una protesta di più ampio spettro nei confronti della Presidenza del Consiglio dei ministri, intesa all’immediato ripristino di corrette relazioni sindacali attraverso le quali affrontare una serie di problematiche delicate che investono i lavoratori e verso le quali diventa sempre più intollerabile il totale disinteresse dell’amministrazione", si legge in un comunicato sindacale. "Occorre pervenire, in tempi rapidi, ad un accordo sulla mobilità del personalee al ripristino – reale – del diritto di opzione del personale di ruolo nonché alla risoluzione di ulteriori questioni che stanno producendo gravi danni ai lavoratori, tra cui segnaliamo l’inerzia dell’amministrazione nella pubblicazione della nuova graduatoria del concorso interno a seguito della sentenza pronunciata dal Tribunale di Roma".

"Il conseguente fermo delle progressioni di carriera, il blocco della contrattazione nazionale, la mancanza di accordi che tutelino il personale di ruolo in tutti quei casi in cui il trasferimento di funzioni e di competenze e la soppressione di sedi e di uffici impongono d’imperio la riallocazione delle risorse umane interessate, stanno arrecando grave pregiudizio ai lavoratori".

Fp-Cgil, Diprecom, Snaprecom e Uilpa sollecitano, infine, l’amministrazione "a porre in essere gli opportuni rimedi e chiedono l’abrogazione della norma che sopprime le sedi distaccate della Scuola Nazionale dell’amministrazione. In assenza di risposte concrete, le quattro categorie non cesseranno dallo stato di agitazione".