(Adnkronos) - Un terzo degli adulti a rischio povertà è costituito da lavoratori e la situazione è peggiorata fra il 2008 e il 2012: in Europa il 9,3% dei lavoratori è a rischio povertà contro l'8,5% del 2008. E l'Italia è uno dei Paesi dove il dato è cresciuto in maniera più significativa, al 12%, come la Spagna. Fanno peggio solo Romania e Grecia. E' quanto emerge dallo studio della Commissione Ue 'Employment and Social Developments in Europe 2013'.
Guardando al complesso della popolazione italiana, dalle schede Ue emerge come sia a rischio povertà ed esclusione sociale il 29,9% degli italiani nel 2012. "L'aumento del tasso di rischio povertà ed esclusione sociale in Italia, Cipro e Ungheria è principalmente dovuto alla crescita del tasso di severe privazioni materiali", si legge nel rapporto; mentre in Bulgaria, Irlanda e Spagna "riflette la crescita della quota di famiglie senza lavoro".
Ma non solo, Bruxelles rileva come l'Italia sia il Paese peggiore d'Europa per chi perde il posto di lavoro: le possibilità di trovarne un altro nell'arco di un anno sono infatti tra 14-15%, le più basse dell'Ue. Bassa anche la spesa sociale per i disoccupati. In Italia, la spesa per la protezione sociale è "relativamente bassa" per le famiglie, disoccupati e sanità, mentre risulta "fortemente orientata verso le pensioni". Inoltre, nel paese sono migliorati gli incentivi per continuare a lavorare, mentre è cresciuto il costo del lavoro. Sul fronte della disoccupazione, Bruxelles rileva come la situazione del Belpaese potesse essere anche peggiore. In Italia "una forte riduzione dell'occupazione è stata infatti evitata attraverso un calo del numero di ore lavorate e da un calo della produttività lavorativa".
Povertà, un terzo di adulti a rischio sono lavoratori
21 gennaio 2014 • 00:00