Forze dell'ordine davanti alle scuole? Impossibile da un punto di vista organizzativo ed estremamente negativo come messaggio ai ragazzi. È questa la posizione espressa in una nota dalla Flc Cgil in relazione alle dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Salvini sull’intenzione di collocare pattuglie di carabinieri e polizia davanti alle scuole come deterrente allo spaccio di droga.

“Ricordiamo al ministro che le scuole sono luoghi di cultura e di elaborazione del sapere in cui bambine, bambini e adolescenti si formano grazie all’impegno quotidiano e alla dedizione di migliaia di docenti – si legge in una nota del sindacato dei lavoratori della conoscenza –. La presenza giornaliera di una pattuglia davanti ad ognuno dei 40 mila edifici scolastici italiani, oltre a essere impossibile dal punto di vista organizzativo e inutile per la lotta alla delinquenza e allo spaccio di droga, sarebbe un segnale estremamente negativo: la scuola deve essere percepita dagli adolescenti che la frequentano come un luogo libero, accogliente e rassicurante e non come luogo di repressione”.

“Docenti e dirigenti scolastici sono costantemente in prima linea nella promozione della legalità e del benessere di bambine, bambini, studentesse e studenti”, dichiara Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil. “Già oggi le forze dell’ordine collaborano ai programmi di prevenzione e contrasto di tutti i fenomeni di devianza, dal consumo di droga e alcol al bullismo e cyberbullismo. Attraverso la loro partecipazione attiva alle iniziative di formazione di docenti, dirigenti e Ata e di supporto ai progetti della scuola, contribuiscono a innalzare il livello di fiducia nelle istituzioni insieme alla conoscenza e consapevolezza dei rischi derivanti da comportamenti devianti. Affidare alle forze dell’ordine meri compiti repressivi davanti alle scuole significherebbe vanificare il lavoro fatto in questi anni e ritornare indietro di decenni”.

“L’attenzione alla scuola e alle sue problematiche non si fa attraverso annunci ad effetto ma avendo cura della scuola con una politica di investimenti sulle strutture e sul personale diverse rispetto a quelle praticate”, conclude Sinopoli.