Il 31 dicembre 2020 andrà in scadenza la delibera dell’Autorità per l’energia, inerente le agevolazione alle imprese a forte consumo energetico: "Se il governo non riconsidererà e prorogherà tali agevolazioni, sarà a rischio gran parte della produzione siderurgica italiana da forno elettrico". Lo afferma Francesca Re David, segretaria generale Fiom.

La dirigente sindacale, il 14 gennaio a Piombino per l'assemblea generale provinciale della categoria dei metalmeccanici, tenutasi presso il centro giovani De Andrè, ritiene perciò - in una logica di governo delle politiche industriali - "che il governo debba garantire un prezzo dell'energia che sia compatibile con quello di altri Paesi europei. In un quadro di crisi generalizzata della siderurgia italiana, dove Taranto è il punto più evidente delle difficoltà del settore, scegliamo tale sfondo per mettere a fuoco le criticità di Piombino. L'energia è un fattore critico e cruciale per il futuro progetto di Piombino, come per tutte le aziende siderurgiche a forte consumo energetico".

La presenza della segretaria nazionale è stata anche l'occasione per fare una valutazione complessiva dei comparti produttivi seguiti che evidenziano, in ogni testimonianza delle Rsu, due punti di particolare sofferenza: componentistica auto, il settore più radicato nel capoluogo della provincia, ha visto sparire in pochi anni importanti e significativi insediamenti produttivi di centinaia di posti di lavoro. Invece, resistono, non senza criticità e sofferenze di profondità di ordini, le realtà in cui sono presenti i centri di ricerca e sviluppo.

"Con l'arrivo di Liberty in Magona, guidata da un management locale motivato, si respira un'aria carica di opportunità, certamente tutte da verificare. A più di un anno dall'arrivo di Jindal - sebbene sia innegabile l'aspetto positivo della rimessa in marcia dei treni di laminazione per riconquistare la clientela -, è altrettanto innegabile l'incertezza dei tempi e delle reali intenzioni della proprietà della realizzazione delle aree fusorie e acciaieria, senza le quali anche gli attuali impianti non hanno ragione economica di sopravvivere", aggiunge Re David.

"Produrre in perdita, utilizzando dei semiprodotti costosi che dipendono da altre realtà produttive, rappresenta certamente un investimento necessario per riconquistare la clientela: il prezzo di tutto ciò, però, è pagato anche dagli impianti e dai lavoratori. Una condizione insostenibile e inaccettabile oltre i tempi definiti. La richiesta - ad oggi caduta nel vuoto - di un confronto plenario sotto la guida del ministero è quanto mai urgente. In assenza di risposte la Fiom, a tutti i livelli della categoria e in sintonia con le altre sigle sindacali, è pronta a manifestare tutto il proprio dissenso per questa inaccettabile condizione", conclude la leader sindacale.