“Mentre mi metto in viaggio per Firenze, dove vado a fare incontri riguardo all'Accordo di programma, al costo dell'energia nel territorio della Val di Cornia, vedo una leggero fumo bianco uscire dai bleeder dell'altoforno di Piombino”: è l'inizio della riflessione sul caso della Lucchini di Piombino, acquistata da Cevital, di Mirko Lami, della segreteria della Cgil Toscana.

“Si tratta sicuramente di qualcosa che riguarda alcune operazioni che stanno facendo su quell'impianto, come lo smontaggio delle tubiere ed altro ancora, ma vedere quel fievole fumo significa che dentro c'è ancora una lieve temperatura. Quel cuore batte ancora. In questi giorni abbiamo sentito spesso la voce che Cevital sta valutando di riaccendere l'altoforno, in attesa della operatività di uno dei forni elettrici che saranno costruiti per ritornare a produrre acciaio. Mi verrebbe da pensare che hanno letto alcuni nostri interventi, fatti sulla stampa, dove scrivevamo di non abbandonare l'unico altoforno europeo sul mare, e che la Germania stava risistemando i suoi per essere pronta alla ripresa", afferma il dirigente sindacale.

"Sarebbe davvero una genialità riaccendere quell'altoforno (dopo chiaramente l'adeguato ripristino impiantistico), per produrre quella ghisa necessaria per realizzare l'acciaio di altissima qualità che serve a Cevital - e anche a tutto il comprensorio di Piombino - per ridare quel tanto atteso lavoro nel giro di pochi mesi. Perché, nonostante la vertenza abbia preso un verso positivo con l'avvento di Cevital, il tempo passa e le scadenze dei mutui e delle bollette, non si fermano, arrivano precise alla scadenza con una puntualità ineccepibile. Non so se potrà ripartire anche la cokeria o se dovranno acquistare cok per alimentare l'altoforno, ma so che sarebbe una manna dal cielo anche per la centrale Edison che, richiamando i suoi lavoratori, riavvierebbe le turbine, e sarebbe una cosa positiva anche per l'impianto Tap che avrebbe pane per i suoi denti. Il tutto servirebbe anche a ragionare con più calma di tutti quegli aspetti che hanno bisogno di tempo per essere sviscerati, approfonditi e consolidati”, aggiunge Lami.

“Quei fumacchi bianchi possono essere utili a tutti noi, e mi auguro che si riaccenda anche temporaneamente quell'altoforno senza mettere in discussione la diversificazione che Cevital intende avviare attraverso la piattaforma agroindustriale. Tra l'altro, in questi giorni è stato siglato un importantissimo accordo di collaborazione tra i ministeri dell'Agricoltura italiano e algerino, che darebbe opportunità alla nostra agricoltura e alle attività che si possono affacciare nel porto di Piombino soprattutto attraverso una nuova logistica. La riaccensione dell'altoforno forse resterà un sogno nel cassetto, forse rimarrà una pia illusione, ma sarebbe una concreta e veloce soluzione in attesa del nuovo ciclo di produzione acciaio”, conclude Lami.