La prima delle sei misure del Piano anti-crisi elaborato dalla Cgil riguarda il “sostegno all’occupazione”. Il sindacato rivendica, anzitutto, l’incremento della dotazione del Fondo per gli ammortizzatori sociali, la sua estensione a tutti i lavoratori che attualmente non ne hanno diritto (come i precari), la previsione di un meccanismo certo per il reintegro del Fondo in caso di mancata copertura relativa all’aumento degli stati di crisi. Sul medesimo argomento, la Cgil chiede anche “l’urgente convocazione del tavolo con le parti sociali per dare corso alla delega finalizzata alla generalizzazione degli ammortizzatori e al loro riordino prevista dalla legge 247/07”.

Riguardo le risorse destinate alla detassazione degli straordinari e del lavoro supplementare, la Cgil ritiene che occorrerebbe utilizzarle (sono pari a circa 1 miliardo di euro) a sostegno dell’occupazione e per chi non ha gli ammortizzatori sociali. Il sindacato chiede anche incentivi di natura fiscale, ossia un intervento “fondato su sgravi o credito d’imposta ulteriori, rispetto a quanto già previsto dalle Finanziarie 2007 e 2008, per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato, con maggiorazioni per favorire l’assunzione delle donne e dei giovani, con particolare attenzione al Mezzogiorno”.

Altre misure ipotizzate dalla Cgil sono sia il sostegno dell’occupazione in difficoltà senza tutele (da realizzarsi mediante l’utilizzo, in via eccezionale e per un periodo determinato, di parti delle risorse del Fondo per la cassa integrazione presso l’Inps, oggi in attivo di circa 8 miliardi di euro) sia il rafforzamento dell’azione per la legalità (contrasto al lavoro irregolare, rilancio dell’emersione, tutela della salute e della sicurezza, superamento dell’offerta al massimo ribasso nelle gare d’appalto).

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