Confermato per stamattina (20 novembre), alle ore 10:00, l’atteso e (forse) decisivo vertice al Mise sulla vertenza della Piaggio Aerospace di Villanova d’Albenga (Savona). L’incontro avrebbe dovuto tenersi già martedì scorso, ma era stato rinviato con una comunicazione ufficiale del mnistero con sole 24 ore di preavviso. Al tavolo saranno presenti i delegati sindacali, alcuni sindaci e i rappresentanti istituzionali.

Nelle ultime settimane la tensione tra i lavoratori è salita, a causa dell'incertezza in cui naviga l’azienda aeronautica. Dopo la protesta sono scesi in campo anche sindaci e Provincia, ed è stato approvato un ordine del giorno in Regione Liguria per chiedere massimo impegno per salvaguardare un'azienda strategica per il territorio e i posti di lavoro. Dal tavolo sindacati e lavoratori attendono risposte certe da parte del governo, con diretto riferimento al finanziamento dei 766 milioni confermando il programma di sviluppo per i 1.200 lavoratori della Piaggio, oltre a tutto l’indotto.

Sulla vertenza pesa la necessità di sbloccare la commessa sui droni e avere un piano industriali di garanzie occupazionali. Piaggio Aerospace, storica azienda attiva nell'aviazione privata, negli ultimi anni è stata infatti orientata sul mercato della difesa, sviluppando un drone che, secondo gli accordi tra l'Italia e gli Emirati, sarebbe stato poi adottato dalle forze armate italiane ed emiratine. Proprio sulla base di questa intesa, il fondo degli emirati Mubadala è cresciuto nell'azionariato e oggi ha il 100% dell'azienda, dopo essersi sobbarcato diverse ristrutturazioni aziendali. Mubadala, però, ha lasciato intendere di non volere investire nuovi fondi in Piaggio. La commessa dei droni diventa dunque fondamentale.

Il programma, portato quasi a compimento dal governo guidato da Gentiloni (con la bozza di decreto redatta dall'ex ministro Pinotti), ha ricevuto il parere favorevole del ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Dopo la visita di giovedì 15 novembre del premier Giuseppe Conte ad Abu Dhabi, il programma dei lavori di Camera e Senato è stato aggiornato e mercoledì 21 novembre ed è adesso calendarizzato alle commissioni Difesa dei due rami del parlamento una “audizione informale di rappresentanti di Piaggio Aerospace” sul “programma di riammodernamento e rinnovamento SMD 04/2017”. Cioè proprio sulla commessa per 10 stazioni a terra e 20 mezzi da parte delle forze armate italiane necessaria per mantenere in vita lo stabilimento di Villanova d'Albenga. Senza questa, dopo anni di agonia, Piaggio Aerospace sarebbe vicinissima alla chiusura.

Per il governo gialloverde, in ogni caso, si tratta di una faccenda molto spinosa: da una parte c'è la necessità di tutelare un marchio storico che dà lavoro in una regione tormentata come la Liguria, dall'altra una spesa militare di oltre 700 milioni che dovrebbe passare da un voto in Parlamento. I sindacati ritengono “miope” tagliare risorse a questo programma (cui partecipa anche la Leonardo), rimarcando anche che se sul versante civile la Piaggio Aerospace ha raggiunto livelli eccellenti con il P.180 (un aereo da trasporto executive, arrivato alla terza generazione e venduto in tutto il mondo), ora è il momento di puntare sul versante militare, appunto con il programma dei droni, di cui l’azienda ha già iniziato a produrre la prima generazione.

La Piaggio ha avuto troppi interlocutori, ed è necessario ricordare che sono trascorsi solo undici mesi dall’ultimo salvataggio avvenuto grazie alla proprietà con un’operazione di rinegoziazione del debito, insieme all’immissione di denaro fresco, per un’operazione di oltre 500 milioni di ha affermato la Fiom Cgil genovese: “La Piaggio ha la necessità di avere certezze di prodotti, di mercati e di impegni istituzionali, perché questo è richiesto a chiunque operi sui mercati delicatissimi della difesa, senza improvvisazioni. I lavoratori non possono ogni 12 mesi sentirsi dire che l’azienda in cui lavorano è in liquidazione”.