Il 2016 ha fatto registrare "un'inversione di tendenza" per Perugina, la storica fabbrica di dolciumi di proprietà della multinazionale Nestlé. Da una parte c'è il mercato italiano che, pur continuando ad essere in perdita (lo è da anni), per la prima volta registra una chiusura positiva in termini sia di crescita reale che di crescita organica. Dall'altra c'è l'export, dove la crescita è molto forte, anche se parliamo di volumi ancora limitati.

A fare il punto della situazione, ieri, mercoledì 22 febbraio, in un incontro a Confindustria Perugia, sono state Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil dell'Umbria, insieme alla Rsu Perugina, con dall'altra parte del tavolo alcuni "pezzi grossi" del management Nestlé (erano presenti fra gli altri l’executive manager della Divisione dolciaria italiana Bruno Emmeegher e Valeria Norreri responsabile della Confectionery International Unit Business).

"La strategia per quanto riguarda i prossimi mesi è in linea con il Piano di Sviluppo – spiegano i sindacati in una nota –, investimenti in marketing, comunicazione pubblicitaria (in queste ore sta andando in onda nuovamente la pubblicità televisiva del Tablò Perugina), passaggio di alcuni prodotti da marchio Nestlé a marchio Perugina. E quando prodotti di qualità, come quelli Perugina, sono supportati da un minimo di pubblicità – sottolineano Flai, Fai e Uila – si vedono i risultati: il fatturato del Tablò è cresciuto del 40%".

Per quanto riguarda l’export, sindacati e Rsu apprezzano i risultati conseguiti. "Baci Perugina, che è il brand leader per quanto riguarda l’export – spiegano –, è già presente in molti paesi europei ed extraeuropei, ma la concentrazione massima riguarda 5 aree strategiche: Usa, Canada (che rappresentano per il momento i due mercati principali), Brasile, Cina e Australia. In tutti questi paesi la crescita è a doppia cifra, Canada e Cina hanno registrato addirittura una crescita 2016 sul 2015 del +60%".

Insomma, giudizio positivo sull'andamento del Piano, ma "ora servono le ore di lavoro". "Così come previsto dal Piano di Sviluppo in fabbrica, è partita la Cassa Integrazione da circa un mese – sottolineano sindacati e Rsu –. Ecco perché teniamo a ribadire che vanno sicuramente nella direzione giusta le previsioni e le politiche che sta mettendo in campo Nestlé, ma ora lavoratrici e lavoratori della Perugina si attendono di vedere maggiori ore di lavoro per gli oltre 800 dipendenti della fabbrica che per 18 mesi sono appunto soggetti alla Cassa Integrazione". 

Fino ad ora, infatti, il Piano ha impattato molto poco sulle ore lavorate, osservano i sindacati, ma siamo appena all’inizio. Ecco perché per la Rsu e per i sindacati, Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, è necessario che Nestlé "faccia in pieno la sua parte, non accontentandosi magari di qualche segnale positivo, ma anzi aggredendo i mercati con sempre più determinazione e cercando tutte le soluzioni possibili che permettano di avere più ore di lavoro in fabbrica". "La strada imboccata è corretta – concludono sindacati e Rsu –, ma su questa strada non possiamo camminare a piccoli passi. Bisogna correre, senza mai inciampare, perché dietro a questo piano c’è il futuro di oltre 800 lavoratrici e lavoratori e di una delle fabbriche più importanti della regione".