È stata dedicata al tema della rinascita delle aree interne, dei migranti e del ruolo della Pac e al sostegno del “modello Riace’ la prima giornata del congresso nazionale dell’Alpaa, l'associazione sindacale di rappresentanza dei lavoratori produttori agroalimentari e ambientali, ossia delle cosiddette “figure miste” e dei piccoli produttori dei settori agricolo, alimentare e ambientale e della pesca.

L’appuntamento del 22-23 novembre a Scilla (Reggio Calabria) è stato aperto alla proiezione del film “Il Volo” di Wim Wenders – presentato dal produttore Claudio Gabriele – che ha narrato le vicende del piccolo comune calabrese un tempo abbandonato, come spesso sono i comuni dell’entroterra, trasformato dal sindaco “sognatore” in un centro di accoglienza e di integrazione, ma anche di sviluppo possibile di un’area rurale.

Alla successiva tavola rotonda, introdotta dal presidente dell’Aplaa Gino Rotella, hanno partecipato Angelo Frascarelli (professore dell’Università di Perugia), Alfonso Pascale (esperto di agricoltura aociale) e il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato. Impossibilitati a partecipare, hanno inviato un video messaggio Domenico Lucano, sindaco di Riace, e Andrea Cozzolino, europarlamentare. Le conclusioni sono state affidate a Gianni Mininni, segretario nazionale della Flai Cgil.

“La nostra iniziativa – ha detto Rotella – era stata programmata molto tempo prima delle vicende che hanno interessato il sindaco di Riace, ed è tesa a sostenere la ‘dichiarazione di Cork’ sullo sviluppo rurale che individua il potenziale rurale per fornire soluzioni innovative, inclusive e sostenibili in grado di affrontare una serie di sfide compresa l’inclusione sociale e l’integrazione dei migranti. Il dibattito ha messo in evidenza come il venir meno delle popolazioni autoctone, che incide pesantemente sul controllo del territorio e dei fenomeni erosivi, ma anche sull’insieme dei servizi basilari (trasporti, scuole, sanità, commerci, piccoli allevamenti, agricoltura, ecc.) potrebbe essere risolto dall’insediamento di ‘nuovi cittadini’, italiani di adozione, disponibili ad assicurare la rinascita di quelle aree, creando una rete di attività e al tempo stesso un mondo di relazioni umane”.

Si è convenuto infine sulle opportunità che la Pac offre, in termini di risorse disponibili, ma anche su quelle future, volte a costruire nuove identità delle aree interne mediante l’attuazione di strategie integrate per promuovere investimenti, attività autonome, innovazione, occupazione e inedite politiche agricole e rurali. L’esperienza di Riace – è emerso dal dibattito – rappresenta una buona prassi per dare una prospettiva possibile al tema dell’immigrazione, dell’integrazione e della riattivazione sociale ed economica delle aree interne”.