Giovedì 29 ottobre la Cgil di Trieste scende in piazza in una “Manifestazione per il lavoro”. L'appuntamento è a piazza Godoni, a partire dalle 16. Il sindacato richiama la “necessità di dare voce al forte disagio economico e sociale nel quale vive il territorio che vede oltre 6500 disoccupati ufficiali, povertà in espansione e il 30% delle famiglie in difficoltà economica”.

La Cgil di Trieste chiede “un cambio di passo nel mettere in atto i percorsi economici e sociali di gestione e fuoriuscita dalla crisi; attuando subito le possibilità dispiegate dalla portualità e dai settori industriali e adottando, se necessari, anche strumenti economici per non lasciare indietro nessuno”.

A Trieste durante la crisi, ricorda il sindacato, gli occupati sono scesi di 5000 unità, la disoccupazione è aumentata del 50% e gli avviamenti a tempo indeterminato sono diminuiti del 60%. Ancora: le occasioni di lavoro prodotte annualmente dal territorio sono diminuite del 30% rispetto a periodo prima della crisi. Nel primo semestre 2015 a Trieste oltre il 18% delle assunzioni sono state fatte “applicando contratti non da dipendente ma parasubordinato, autonomo e altro (senza contare i voucher che non sono contemplati nella statistica)”.

“Il lavoro intermittente – spiega Gianni Bertossi, del Dipartimento politiche attive - nel primo semestre 2015 è aumentato del 25% rispetto allo stesso periodo del 2014”. “Sebbene il dato sui voucher non sia disponibile a livello provinciale – prosegue – registriamo che in regione Friuli Venezia Giulia la vendita di voucher è aumentata nel 1° semestre 2015 del 40% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Il Fvg è sempre stato in vetta alla classifica di vendite di voucher in proporzione agli abitanti (mediamente sempre oltre il triplo della media nazionale, il quadruplo nel 2012). Inoltre Trieste è segnata da una morfologia produttiva improntata sul terziario e spesso su un terziario a basso valore aggiunto per cui l'uso dei voucher probabilmente è ancora più alto della media regionale.

La Cgil registra inoltre che il 38% dei triestini dichiara meno di 15.000 euro di reddito all'anno, dato reso così grave ad esempio dai pensionati che vivono da soli ma non solo. Si pensi ad esempio al fenomeno in espansione del part time involontario, soprattutto nel terziario. Per questi motivi il sindacato scende in piazza. La Cgil ricorda anche “la necessità di fare chiarezza sul Jobs Act che, a nostro avviso, non risolve i problemi del mondo del lavoro, non estirpa la precarietà, non crea occupazione e, in più, erode importanti e fondamentali diritti dei lavoratori”.