Salta il nuovo incontro previsto per oggi (mercoledì 10 maggio) a Roma tra sindacati e governo sulla previdenza. Un confronto che si muove tra molte difficoltà, come hanno già testimoniato i vertici precedenti del 23 marzo, del 6 aprile e del 4 maggio scorso. “Da un lato si stenta a chiudere la fase uno, in particolare riguardo l’attivazione dell’Ape sociale e gli interventi per i lavoratori precoci” commenta il segretario confederale Cgil Roberto Ghiselli: “Dall’altro lato, non si riesce a far decollare la fase due, nella quale ci si dovrebbe concentrare sulla pensione per i giovani, la flessibilità in uscita, la differenziazione dell’attesa di vita, il lavoro di cura, la previdenza complementare e la rivalutazione delle pensioni in essere”.

Un motivo di attrito che dovrà essere sicuramente superato è quello su tempistica e contenuti dei provvedimenti su Ape sociale e lavoratori precoci. La Cgil ha sollecitato l’esecutivo “a rendere operativi al più presto i decreti, visti gli insostenibili ritardi che lasciano nell’incertezza e rischiano di danneggiare decine di migliaia di lavoratori”. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha assicurato che l’Anticipo pensionistico “partirà in questi giorni”, ribadendo che per “chi ha maturato il requisito dal primo di maggio, anche se presenta la domanda una settimana dopo, non cambia niente”

Sul provvedimento, inoltre, gravano anche le osservazioni del Consiglio di Stato, inviate il 28 aprile scorso. Nel loro parere i giudici di piazza Spada hanno infatti suggerito di riformulare la “copertura legislativa” per alcuni beneficiari (operai agricoli e disoccupati privi di requisiti per la Naspi) e la tempistica per il riconoscimento delle domande da parte dell’Inps (spostando la data al 31 luglio).