“Il rapporto degli uomini e delle donne con il lavoro è differente, anche questo è un aspetto da indagare”. Così Titti Di Salvo, vice presidente della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza complementare, parlando all'incontro “Pensionato chi? Finiremo tutti non pensionabili?”, in corso alle Giornate del Lavoro di Rimini. “Sull'uscita dal lavoro – a suo avviso -, vanno valutati molti elementi: innanzitutto c'è l'aspetto dei costi. Poi bisogna verificare l'usura degli impieghi, perché lavorare in fabbrica non è come lavorare in una scuola, vanno studiati diversi sistemi previdenziali che rispondano a tutte le esigenze”. Tra l'altro, ha proseguito, “definire un automatismo, dettato dall'Unione europea, significa dichiarare che le politiche nazionali sono irrilevanti: non è vero, da questo punto di vista la legge Fornero si può cambiare, non è la Ue che ne determina i commi”. Nella riforma Fornero “ci sono tante iniquità, come quella degli esodati. Il governo sottovaluta gravemente l'esigenza di giustizia che esodati, ferrovieri, insegnanti propongono: ancora non si coglie l'urgenza di chi ha subito un'ingiustizia da quella riforma. L'altra grave iniquità è l'aumento dell'età pensionabile per le donne”.