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Le lavoratrici e i lavoratori della polizia penitenziaria delle carceri lombarde saranno presenti domani (29 novembre) a Roma alla manifestazione nazionale indetta da Fp Cgil e Uil Pa. "Intendiamo esprimere il nostro dissenso verso una politica miope e poco attenta da parte del governo e del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. I numeri nelle carceri della Lombardia sono eloquenti, basti pensare che in organico mancano oltre 1.500 tra agenti e sottufficiali. A peggiorare le condizioni lavorative contribuisce anche la fatiscenza della maggior parte delle strutture penitenziarie, che compromette l’adeguato rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro e, non da ultimo, non consente una detenzione decente e dignitosa”. A dirlo è Calogero Lo Presti, coordinatore Fp Cgil Lombardia per la polizia penitenziaria.
Le caserme dove alloggia il personale sono decrepite e, malgrado questo, se ne chiede il pagamento senza aver apportato alcuna miglioria. I turni di lavoro vanno ben oltre le 6 ore previste dalla normativa contrattuale. I mezzi di trasporto utilizzati sono datati e in molti casi hanno più di 500mila chilometri. Le aggressioni nei confronti degli agenti sono in costante aumento e il progetto sulla vigilanza dinamica si è concretizzato nella sola apertura delle celle, disattendendo completamente gli intenti iniziali. Il fine rieducativo del progetto è venuto meno e le condizioni lavorative sono ulteriormente peggiorate. Il problema dello stress lavoro correlato è stato completamente accantonato, così come la definizione delle piante organiche, soprattutto delle sedi extramoenia, la definizione di un nuovo accordo nazionale quadro e un confronto sul modello organizzativo dei Nuclei di traduzione e piantonamenti. I concorsi per gli agenti sono sospesi per presunte irregolarità, quelli per sovrintendenti non sono stati banditi e quelli per ispettori vanno avanti a rilento da 8 anni.
“Le proposte avanzate sul riordino delle carriere – aggiunge Lo Presti – non consentono adeguate progressioni per tutto il personale, mentre siamo ancora in attesa del riallineamento alle altre forze di polizia per il personale appartenente al ruolo dei sovrintendenti, degli ispettori e dei commissari. L'efficacia della mobilità ordinaria è stata inficiata dalla creazione di una mobilità parallela, disposta con provvedimenti non previsti dalla normativa contrattuale e giustificata con le esigenze di servizio dell'amministrazione. È altresì prassi quella di distaccare personale presso le sedi amministrative aggravando le gravi carenze negli istituti penitenziari, così com’è prassi tollerare e assecondare l’elusione delle regole attraverso provvedimenti illegittimi. Su questi e altri temi – conclude il sindacalista – abbiamo chiesto all'amministrazione penitenziaria di costruire progetti condivisi e strutturare con noi un sistema di regole trasparenti ed inequivocabili, senza ottenere alcun risultato. La logica della gestione dell'emergenza non è mai stata accompagnata da concreti progetti di riforma adeguatamente finanziati dai governi che si sono succeduti alla guida del paese. Come se non bastasse, ricordiamo che siamo in attesa del rinnovo contrattuale dal 2009. Per questo abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione del personale e domani, insieme alle colleghe e ai colleghi di tutta Italia, porteremo la nostra protesta a Roma, dinanzi al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria” .