È stata una piccola dimostrazione di quello che potrebbe accadere se i pesantissimi tagli al fondo patronati e ai Caaf previsti nella Legge di stabilità che il Governo ha predisposto dovessero essere confermati: oggi, 12 novembre, in 14 sedi della provincia di Perugia, il sistema servizi Cgil si è fermato per un’ora. “Ci fermiamo oggi per non doverci fermare davvero domani – ha spiegato in una conferenza stampa, Filippo Ciavaglia, segretario della Camera del lavoro locale –. Questo perché i 148 milioni di tagli previsti (100 per il sistema servizi fiscali e ulteriori 48 per il fondo patronati) non ci consentiranno di continuare a svolgere tutti quei servizi gratuiti, sia di assistenza previdenziale che fiscale, che offriamo ai cittadini per conto dello Stato”.

“Siamo Inc...ati” è lo slogan, molto diretto, scelto dalla Cgil di Perugia che ha lanciato la sua campagna di informazione in tutte le sedi dove riceve quotidianamente centinaia di utenti. I numeri del servizio sono impressionanti: nel 2014 la società fiscale della Cgil locale ha svolto 120.000 pratiche, mentre l’Inca ha accolto, solo nei primi dieci mesi del 2015, 130.000 utenti (circa 50.000 in più rispetto al dato del 2010). “Una domanda che cresce continuamente – hanno sottolineato i responsabili dei servizi, Amedeo Zupi e Sandro Piergentili – e che già oggi non riusciamo a soddisfare completamente. Ma quello che succederà dal 2016, se questi tagli saranno confermati, sarà che decine di migliaia di persone che finora hanno fatto affidamento sulla nostra rete capillare sul territorio, non avranno più risposte e si riverseranno negli uffici pubblici, dall’Inps all’Agenzia delle entrate. Di questo, gli enti, le istituzioni e anche i nostri parlamentari che si apprestano a votare la Legge di stabilità, devono esserne consapevoli”.

“In gioco, c’è l’idea del welfare del Paese – ha aggiunto Roberto Panico, segretario organizzativo della Cdl perugina –, perché il problema non è quello che succederà all’Inca piuttosto che al Caaf. Noi abbiamo operatori talmente professionali e competenti che potremo facilmente rimetterci sul mercato; ma molte persone non potranno più permettersi tutta una serie di servizi essenziali, e quindi non avranno più accesso al welfare”.  

Insomma, la Cgil, che domani si confronterà anche con gli altri sindacati e con i rispettivi sistemi servizi per individuare un percorso di mobilitazione comune, lancia un forte allarme: se questi tagli - che producono, peraltro, un risparmio irrisorio per lo Stato (150 milioni su un bilancio di oltre 700 miliardi) - saranno confermati, allora i cittadini umbri si dovranno preparare ad 'arrangiarsi da soli'.