“Vogliamo mostrare la potenza e il coraggio delle donne, siamo stufe della loro rappresentazione come vittime o soggetti da tutelare. Le donne sono coraggiose, lo dimostriamo tutti i giorni affrontando le tante discriminazioni che ci riguardano. E poiché la politica non fa nulla da troppi anni, come donne della Cgil abbiamo avvertito l’esigenza di scrivere per la prima volta una piattaforma di genere”. Così Loredana Taddei, della Cgil nazionale, illustra ai microfoni di RadioArticolo1 l’iniziativa “Belle Ciao” che si terrà al Global Theatre di Villa Borghese a Roma sabato 6 ottobre.

La piattaforma si basa su cinque punti essenziali: occupazione, disparità salariale, conciliazione e condivisione, welfare, molestie e violenze. “Questi sono i cinque macro-temi alla radice della mancata parità di genere – spiega ancora la sindacalista – e hanno come filo conduttore il lavoro e il contrasto alle disuguaglianze. Viviamo in un sistema economico-sociale e culturale che penalizza le donne in modo particolare, serve una svolta anche della nostra organizzazione che, come tutto il resto d'Italia e del mondo, è ancora troppo maschilista”.

Sarà un tema centrale per il congresso della Cgil, da portare nei luoghi di lavoro e nella società. “Sono temi da portare avanti come azione politica di tutta la confederazione, superando quella visione aggiuntiva delle istanze delle donne alla quale ci siamo un po' troppo abituati. Quindi, ribadisco, non si tratta della piattaforma delle donne ma riguarda tutti, riguarda uomini e donne della nostra organizzazione”.

Secondo Eurostat, l'Italia insieme alla Grecia è il Paese in cui l'occupazione femminile è più bassa, ma su questo tema, osserva Taddei,le prime politiche del nuovo governo sono molto preoccupanti. Abbiamo un ministro per la Famiglia conosciuto per le affermazioni contro le unioni civili, le famiglie omogenitoriali e per la sua fanatica ideologia antiabortista; e un esecutivo che sta lavorando per ridisegnare il diritto di famiglia, come dimostra lo scriteriato disegno di legge Pillon sull'affidamento dei figli: un’assurda proposta maschilista con un’idea di famiglia anni '50. Anche la malafede è evidente, perché si parte dall'assunto di un’uguaglianza economica tra uomini e donne che in questo Paese è assolutamente lontana”.

Insomma, siamo di fronte a un provvedimento “veramente pericoloso e iniquo” e per questo, aggiunge Taddei, “abbiamo inoltrato al governo proprio in questi giorni la richiesta di un’audizione urgente presso la commissione Giustizia del Senato. Stessa cosa hanno fatto le associazioni e i centri antiviolenza, i quali hanno anche lanciato una petizione su su change.org. Tra l'altro – sottolinea l'esponente della Cgil – su recenti documenti economici del governo si parla delle donne come di salario aggiuntivo. Significa essere cristallizzati nella tipologia di famiglia del dopoguerra, mentre bisogna superare l’organizzazione del lavoro e degli orari concepiti sul modello maschile e affrontare una volta per tutte la disparità salariale fatta di monte voci, a partire dal part-time involontario che è l'unica cosa in crescita in Italia, arrivato ormai al 65%”.