Il progetto – sottolinea il sindacato in una nota – “prevede la realizzazione, nella zona industriale di Senise, a ridosso di aree agricole e della diga di Montecotugno, di un impianto multifunzione per il trattamento di diverse di tonnellate di Rifiuti Solidi Urbani e relativa produzione di CSS (Combustibile solido secondario)”. Secondo la Cgil il trattamento meccanico dei rifiuti “è una scelta primitiva e che non dà nessun contributo al raggiungimento dell’obiettivo del 65% di raccolta differenziata stabilito dalla legge, obiettivo tra l’altro alla portata del Comune di Senise che nel 2012 è arrivata al 43,72% di raccolta differenziata proprio grazie al metodo del porta a porta.
Il sindacato ricorda che le più recenti Direttive europee al riguardo indicano che le discariche vanno via via chiuse e gli inceneritori devono essere utilizzati in maniera sempre più residuale. “Agli Stati membri viene chiesto di impegnarsi affinché i materiali riciclabili non finiscano in discarica, ed entro il 2020 il riciclaggio dei rifiuti urbani (limitatamente a metalli, carta, vetro, plastica) dovrà essere cresciuto almeno del 50% in peso. Obiettivi, questi, impossibili da raggiungere se in Basilicata continuiamo a progettare impianti come quello di Senise, anche qualora utilizzasse le più moderne tecnologie.
Con la stessa cifra spesa per realizzare questo impianto – sottolinea la Cgil - “potrebbero essere realizzati almeno 5 impianti di compostaggio, praticamente tutti quelli necessari a rendere autosufficiente la Basilicata per il trattamento della frazione organica dei rifiuti, con molti più occupati e con un grandissimo contributo al raggiungimento degli obiettivi fissati per le raccolte differenziate dei rifiuti”.
Opificio Senise (Potenza): Cgil, forti perplessità su realizzazione
13 novembre 2014 • 00:00