L'Olanda boccia l'estrema destra e dà fiducia ai partiti maggiori, liberali e laburisti, forti rispettivamente di 41 e 39 seggi sui 150 complessivi, che con molta probabilità andranno a formare una coalizione, tenendo fuori l'ultradestra populista di Geert Wilders, umiliata da un voto che ne ha dimezzato i posti in Parlamento. In leggera crescita, invece la sinistra socialista di Emile Roemer a 16 seggi (+1 sul 2010).

“Cominceremo da subito a lavorare affinché L'Olanda esca più forte dalla crisi”
, ha detto il premier in carica, Mark Rutte, forte di un successo che ha interrotto la lunga serie di governi europei rovesciati dalla crisi del debito.

La coalizione confermerà con ogni probabilità le politiche di austerity e i tagli di bilancio richiesti dall'Ue. I due principali rivali, in un dibattito televisivo che ha messo fine martedì sera alla campagna elettorale, avevano detto chiaramente che sono pronti un possibile patto post-voto, ricordando che l'Olanda è “un Paese di coalizioni”.