Non basta realizzare un governo "a metà femminile", per raggiungere una vera parità in Italia alle donne bisogna dare lavoro. E' questa la posizione della Cgil, dopo la diffusione di ieri (1 luglio) dei dati Istat sulla disoccupazione, che segnalano il record di donne senza impiego.

"Nel giorno in cui su grandi quotidiani nazionali si leggono articoli sull'avanzamento delle donne italiane nella politica e nelle posizioni apicali, l'Istat segnala il record della disoccupazione per le donne, che sfiora oramai il 14%, il livello più alto dall'inizio delle serie storiche mensili (gennaio 2004)". E' quanto si legge in una nota della Cgil Nazionale.

"Il cambiamento c'è stato - scrive il sindacato - soltanto dove maggiore è stata la pressione per portare le donne ad essere protagoniste, ma questi numeri dimostrano che la loro condizione è ancora troppo debole, che riguarda soltanto alcuni settori e che in generale le donne sul lavoro non hanno adeguati riconoscimenti".

"Se, come era previsto nel Trattato di Lisbona, il tasso di occupazione femminile fosse al 60%, il nostro Pil aumenterebbe di un 7%. Non è dunque soltanto di un problema di equità ma di benessere per tutti, significherebbe fare un investimento sul futuro del Paese, che è al 72° posto nella classifica mondiale per le pari opportunità tra uomini e donne, con l'occupazione femminile tra le più basse d'Europa: al 46,2%".

"Quello dell'Italia è un grave ritardo, non solo culturale, ma dell'intera economia. Perché si possa parlare veramente di svolta, per realizzare un processo di parità vero, è necessaria un'accelerazione, non basta avere un governo per metà al femminile, servono politiche mirate per il lavoro. E in fretta", conclude.