Nulla da fare. La vertenza sanità, per le mancate risposte della controparte, non si ferma.  Dopo quello del 16 dicembre del 2015, i sindacati dei medici hanno dunque proclamato un altro sciopero, questa volta di due giorni: 48 ore il 17 e il 18 marzo prossimi. “Nessuno dei problemi alla base della protesta ha trovato soluzione, né tantomeno il Governo ha ritenuto di dover avviare  un confronto serio con i professionisti per il rilancio della sanità pubblica e la valorizzazione del lavoro di chi quotidianamente garantisce la tutela della salute a milioni di cittadini”, così si legge in un comunicato dei sindacati.

“Le organizzazioni sindacali – continua la nota – non intendono essere spettatrici del declino inesorabile della sanità pubblica sottoposta alla mannaia di continui e pesanti tagli, ma vogliono che entrino a pieno titolo nell'agenda della  politica italiana le questioni della sua sostenibilità, della esigibilità del diritto alla salute dei cittadini omogenea tra le Regioni italiane, del ruolo professionale, dirigenziale, formativo dei medici e dei dirigenti sanitari”. Il Governo deve pertanto assumersi “in pieno le proprie responsabilità di fronte ai cittadini italiani e ai professionisti della sanità esplicitando il modello che intende realizzare”.

Per una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica si svolgeranno tre manifestazioni interregionali, la prima delle quali è fissata a Napoli per sabato 20 febbraio e coinvolgerà i professionisti e i cittadini delle regioni del Sud Italia. “In occasione dello sciopero – si legge nella nota – sarà contestata nelle sedi competenti ogni illegittima restrizione che Regioni e aziende tenteranno di applicare, come accaduto lo scorso 16 dicembre”.