“È pensabile che un'azienda, che ha ricevuto tanto dall'Italia per contributi economici e posizione dominante, possa non interloquire con i territori, con le parti sociali, con l'esecutivo? Ed è sostenibile la cacciata dell'Unità dopo cinquant'anni da una fabbrica? Ed è accettabile al tempo stesso che si trovi il modo di non reintegrare dei lavoratori sul luogo di lavoro come stabilito da una sentenza?” A porsi questi interrogativi, sulle colonne dell’Unità, è Paolo Nerozzi, senatore Pd, già autorevole dirigente della Cgil. “Io credo che a questi interrogativi dovremo provare a dare delle risposte e, come è evidente, si tratta di domande che interrogano innanzitutto la politica, almeno la buona politica e che dovrebbero interrogare anche i tanti ‘liberal’ del nostro paese. Provare a rispondere a queste domande potrebbe aiutare anche a decidere se andare o meno alla manifestazione della Fiom. Lo una risposta l'ho trovata e ho deciso di andare”.