PHOTO
Sciopero generale di 8 ore in Basilicata venerdì 20 aprile. Lo hanno proclamato Cgil, Cisl e Uil regionali dopo la morte di un operaio di 40 anni, Carmine Picerni, a causa di un incidente sul lavoro nel tardo pomeriggio di martedì 17 aprile nello stabilimento di Potenza della Dalmine Logistic Solutions. Soccorso dagli operatori sanitari del 118, l'uomo è deceduto durante il trasporto all'ospedale San Carlo del capoluogo lucano. Previsto anche un presidio lo stesso giorno in piazza Mario Pagano e un incontro con il Prefetto. Quattro ore di sciopero – proclamate da Fim, Fiom e Uilm – sono già previste per oggi (18 aprile).
Fim, Fiom e Uilm, nel sollecitare le autorità competenti ad accertare le responsabilità e la dinamica dell'accaduto, "condannano la Dalmine Logistic Solutions per questo omicidio sul lavoro occorso a causa della mancata sorveglianza da parte aziendale delle procedure e delle normative". Fim, Fiom e Uilm chiedono "alle istituzioni di vigilare e alla magistratura di punire i responsabili".
"È necessario porre fine a questa ecatombe, rimettendo al centro delle scelte e delle azioni in materia di lavoro la sicurezza, che per le aziende è diventata più una voce di risparmio che di investimento" spiega Angelo Summa, segretario generale della Cgil Basilicata: "Stiamo assistendo a un peggioramento delle condizioni di lavoro in tutti i settori, conseguenza di un’idea del lavoro svilito, frammentato, la cui centralità è solo quella del profitto e dell’impresa. Di fronte a questa regressione occorre riportare al centro sicurezza e dignità del lavoratori quali elementi essenziali dell’organizzazione del lavoro". Per Summa "la sicurezza deve ritornare a essere una priorità per l’azione politico-istituzionale attraverso segni tangibili, a partire dal rafforzamento dell’attività di controllo e prevenzione degli enti preposti che deve passare necessariamente da nuove assunzioni di personale tecnico e ispettivo: c’è bisogno di un adeguato numero di personale e di risorse. La salute dei lavoratori non può essere merce di scambio: morire sul lavoro è un macigno sulla coscienza che questa società non può permettersi di accettare supinamente. È inaccettabile che si possa morire di lavoro e che un lavoratore dopo una giornata di fatica non faccia ritorno a casa".