"Iniziative come queste sono necessarie, sono momenti che servono a noi, come organizzazione sindacale, e ai cittadini per fare una riflessione storica; Ciò che mi colpisce molto è che dopo 50 anni ci troviamo a fare una commemorazione in un contesto molto simile, perché anche qui siamo di fronte alla chiusura di aziende, come Treofan e Cooper Standard, e allora, come oggi, c’era un caporalato assai intenso, anche se nei confronti degli italiani". La vicesegretaria generale Cgil, Gianna Fracassi, sintetizza così il senso della 'tre giorni' promossa da Cgil Salerno, Comune di Battipaglia e associazione 'Battipaglia 9 aprile 1969', per celebrare il 50esimo anniversario dei moti che sconvolsero la cittadina della Piana del Sele, all’indomani della chiusura della Saim, una delle aziende agricole più grandi della zona, che provocò una rivolta popolare, culminata in un tragico epilogo, con decine di ferite e la morte dell’insegnante Teresa Ricciardi e del giovane studente Carmine Citro.

L’assemblea pubblica sul tema 'Il Mezzogiorno e il sindacato, ieri e oggi', promossa dalla Cgil Salerno nella scuola “De Amicis”, che per tre giorni ha ospitato una bellissima e intensa mostra audiovisiva e fotografica che ripercorre quei giorni, è stata l’occasione per una riflessione sulle tante analogie tra la condizione vissuta a fine anni Sessanta nella Piana del Sele e quella attuale, dove ancora aziende chiudono i battenti, lasciando a casa decine di lavoratori e impoverendo un tessuto economico e sociale già fragile.

"L'iniziativa in ricordo dei moti di Battipaglia – ha detto il segretario generale Cgil Campania, Nicola Ricci – è il filo conduttore che ci porta ad oggi: la difesa dei diritti e del lavoro passa attraverso la mobilitazione. Solo interventi pubblici e privati possono frenare la crisi e ridurre il gap tra Nord e Sud. Il decreto crescita, che richiama una sola volta il Mezzogiorno nelle misure che si stanno approntando, si rivela insufficiente. Poche risorse per le Zes, nessun intervento per le politiche industriali, lo sviluppo e la ricerca, pochi interventi per l'occupazione. Va avviato un vero confronto con la Regione, per le crisi che stanno coinvolgendo molte realtà produttive di ogni provincia. Se la risposta dovrà essere la mobilitazione, il sindacato ne indicherà le ragioni".