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Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla sanità pubblica, il presidente del Consiglio corre ai ripari. "Affermare la necessità di rendere il Servizio sanitario nazionale effettivamente sostenibile non ha nulla, proprio nulla a che vedere con la logica della privatizzazione", ha detto Mario Monti, intervenendo alla cerimonia per il 50esimo anniversario dell'istituzione dei Nas.
"Il diritto alla salute e organizzazione pubblica dei servizi ai cittadini - ha sottolineato Monti - sono uno dei requisiti indispensabili di convivenza civile, garanzia effettiva di uguaglianza tra i cittadini, principio essenziale della nostra Costituzione, di un'Italia civile che va sostenuta".
Quanto alle polemiche sollevate dalle sue affermazioni di lunedì scorso, il premier ha osservato che "abbiamo il dovere di parlare senza che le parole diventino veicolo di equivoci e franteindimenti, ma di parlare della realtà. L'eccellenza è anche nel pubblico, e anche il privato non è sempre immune da scelte non ispirate a competenza".
Intanto, i medici lanciano l'allarme. Le cure contro il cancro sono sempre più a rischio. "No ai nuovi tagli previsti dalle manovre e dai decreti di spending review", perchè il rischio è quello non poter più garantire trattamenti adeguati ai malati di cancro visto che "ulteriori penalizzazioni economiche rappresenterebbero una forte limitazione al diritto di cura dei cittadini". È l`appello congiunto lanciato oggi dagli oncologi medici dell`Aiom, dai chirurghi della Sico, dai radioterapisti di Airo insieme ai rappresentati dei pazienti della Favo.
Le quattro associazioni hanno inviato una lettera al premier Mario Monti, al ministro della Salute Renato Balduzzi, al coordinatore degli assessori regionali alla sanità Luca Coletto e ai tutti i Governatori delle Regioni nella quale dichiarano la loro preoccupazione per il futuro dei pazienti oncologici. "Comprendiamo le difficoltà legate all'attuale situazione economica italiana - si legge nel documento - e per questo siamo tutti pronti a collaborare per ridurre al minimo sprechi ed inefficienze. Penalizzare i malati di cancro attraverso la riduzione dei servizi non è una scelta etica e soprattutto non porta reali risparmi. Come ha dimostrato il recente Rapporto Favo-Censis sulla condizione assistenziale dei pazienti oncologici le famiglie dei malati devono sostenere oneri economici rilevanti, quasi 3000 euro al mese".
Attualmente 2.250.000 italiani vivono con una diagnosi di cancro e per il 2012 sono previsti 364mila nuovi casi.