Aziende sanitarie di Modena: pasto ridotto ai dipendenti. La denuncia arriva da Anna Paragliola, della Fp Cgil della città emiliana. "Dal 1°giugno è cambiata la convenzione del pasto e cambiano le quantità del pasto erogato ai dipendenti delle Aziende sanitarie di Modena a seguito di una gara istituita da Intercent-Er – si legge in una nota –. Dal 2013 la regione Emilia Romagna ha affidato a questo ente regionale il compito di strutturare un bando di gara per il servizio sostitutivo di mensa per conto di diverse aziende sanitarie della regione. Questo meccanismo ha sottratto di fatto alle Aziende sanitarie la definizione delle caratteristiche e dei parametri di quanto deve essere garantito al singolo lavoratore quando si reca a consumare il pasto".

Questo il risultato: "su 650 esercizi che potranno fornire il pasto ai dipendenti delle nostre aziende Usl, circa 500 esercizi, tra cui le “mense” attigue agli ospedali”, garantiranno un pasto “ridotto” (un primo o un secondo, un contorno o la frutta, acqua e pane), mentre solo 150 esercizi garantiranno un pasto completo (un primo, un secondo, un contorno o la frutta, acqua e pane) - scrive la sindacalista –. Tutto questo accade senza il minimo coinvolgimento dei lavoratori, anche solo a scopo informativo, che ne sono venuti a conoscenza solo quattro giorni prima dell'entrata in vigore, né delle organizzazioni sindacali".

"Le aziende sanitarie avrebbero potuto e dovuto cercare di condizionare i parametri della convenzione per garantire il mantenimento delle condizioni precedenti – continua il comunicato – , considerato che stiamo parlando di una gara d'appalto centralizzata a livello regionale di 26 milioni di euro, che ha l'obiettivo di razionalizzare i costi,  e in effetti il costo unitario del pasto si riduce, ma non di ribassare le condizioni".

Per questo la Fp Cgil "chiede che l’azienda Ausl di Modena e l' Azienda Policlinico si adoperino, unitamente alle principali aziende di ristorazione, affinché vengano ripristinate le condizioni precedenti almeno di quei punti storicamente riconosciuti come “la mensa dell'azienda”, perché non è accettabile che le ricadute di questa razionalizzazione operino solo e sempre sui lavoratori".