Segnali preoccupanti per il futuro della Smalteria Italia di Mirandola. È quanto denunciano Fiom Cgil e Fim Cisl di zona, dopo che i lavoratori sono stati messi in ferie forzate prima di Natale, senza alcuna spiegazione su quando riprenderanno a lavorare. Il timore è che, nonostante il buon andamento dell’azienda, ci sia la volontà da parte della proprietà di chiudere lo stabilimento, anticipando il termine della scadenza del contratto di affitto dell'azienda, previsto a giugno.

Il 22 dicembre scorso, i 45 lavoratori (30 diretti e 15 somministrati) della Smalteria Italia sono stati, all’improvviso e senza motivazioni, posti in ferie sino al 12 gennaio, denunciano i sindacati metalmeccanici locali. Poi, a fine anno, è arrivata l’ulteriore comunicazione che anche a gennaio non sarebbero rientrati, e le ferie sono state ulteriormente prorogate. “La situazione è veramente anomala – dicono Alessandro Cambi, della Fiom e Alessandro Gamba, della Fim –, tanto che stamattina ci siamo recati di persona nella fabbrica, che è ormai chiusa da diverse settimane, per chiedere di poter parlare con la direzione dello stabilimento”.

I dirigenti non hanno dato risposte rassicuranti, non avendo ricevuto a loro volta notizie da parte della proprietà.
“Non siamo per niente tranquilli -  continuano i sindacalisti di Fiom e Fim – e abbiamo sollecitato un confronto sulla riapertura al più presto della fabbrica e sulle sue prospettive, se necessario, si dovrà parlare anche di ammortizzatori sociali per i lavoratori. Non vorremmo che si ripetesse quanto successo tre anni fa, quando l’azienda è fallita dopo diversi passaggi di proprietà e cambi di nome (prima Zodiac, poi Risorse Tre Spa), mettendo in costo all'Inps le spettanze di mancati stipendi, ferie, tredicesime”.

Oggi Smalteria Italia risulta in buona salute, secondo i sindacati: ha visto triplicare il fatturato dal 2013 a oggi, nonostante i costi di affitto (relativi a terreno e capannone), gestione e ristrutturazione siano molti alti. I sindacati hanno già preso contatti con le istituzioni locali e con il sindaco di Mirandola, per riuscire a coinvolgere la proprietà in una trattativa sul futuro dello stabilimento. Se non verranno rispose concrete, i lavoratori sono pronti alla mobilitazione, anche perché devono ancora essere erogate le tredicesime e devono essere recuperate differenze salariali per errata applicazione del contratto nazionale.