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Dietrofront del governo sull'innalzamento dell'età pensionabile dei minatori. Nel cdm del 26 ottobre scorso, infatti, l'esecutivo aveva approvato il regolamento per armonizzare i requisiti di accesso al nuovo sistema pensionistico, che prevedeva per i lavoratori delle miniere, cave e torbiere l'aumento di un anno, da 55 a 56, dell'età pensionabile di vecchiaia.
"Per l'accesso alla pensione anticipata il requisito minimo contributivo è di 37 anni e due mesi per il 2013, e di un ulteriore mese per il 2014", si leggeva nel comunicato finale del Cdm. Oggi, invece, la notizia della marcia indietro.
“Hanno vinto i lavoratori, hanno vinto i minatori”, commenta soddisfatto Emilio Miceli, segretario generale della Filctem, la Federazione che per la Cgil tutela i diritti e il contratto di lavoro dell'industria delle miniere.
“Quella norma – prosegue il segretario – aveva tanto il sapore dell'”accanimento terapeutico” tanto più nei confronti di lavoratori che svolgono mansioni gravose e che, proprio per questa ragione, hanno una aspettativa di vita più bassa della media”. “Il governo si preoccupi ora e fornisca risposte concrete – conclude il leader sindacale – alla condizione dei lavoratori che subiscono più di altri i colpi pesanti della crisi”, a cominciare proprio dalla vertenza Sulcis, da troppo tempo ferma al ministero dello Sviluppo Economico.