Costruire una sinergia per contrastare lo sfruttamento dei migranti occupati in agricoltura. Un'alleanza che sappia coniugare l'azione del sindacato nella tutela dei diritti dei lavoratori con le iniziative che le comunità di fede, cui fanno riferimento molti lavoratori e lavoratrici agricoli migranti, mettono in campo per difendere le persone. È questa l’essenza del seminario di formazione che si tiene a Cerignola sabato 28 febbraio, presso la Camera del Lavoro Cgil, prima tappa di un percorso che si vorrebbe articolare in tutta Italia. A sperimentare un simile percorso inedito saranno la Flai-Cgil e il Servizio Rifugiati e Migranti/Srm della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia/Fcei.

“Partiamo dalla consapevolezza - afferma Giovanni Mininni, segretario nazionale Flai - che il contrasto al caporalato e allo sfruttamento della manodopera migrante in agricoltura è una battaglia di civiltà che c’impone di stringere nuove alleanze per tentare di sconfiggere un odioso fenomeno che nega la dignità umana nel nostro Paese. Le lavoratrici e i lavoratori migranti sono troppo spesso umiliati e calpestati nei loro diritti. È un terreno sul quale la Flai è quotidianamente impegnata con azioni, iniziative e proposte. Ma da soli non si può sconfiggere un fenomeno così radicato e complesso. La convergenza, cui stiamo cercando di dar vita, insieme al Srm-Fcei vuol essere un'alleanza per proporre maggiori vie di fuga dallo sfruttamento a chi rischia di cadere nella sua rete, considerando che molti immigrati frequentano i luoghi di culto nei quali ritrovano una parte importante della loro identità”.

La fotografia dello sfruttamento del lavoro migrante in agricoltura è impietosa: ci sono circa 400mila “invisibili” irregolarmente occupati in agricoltura di cui 100mila esposti al ricatto lavorativo. In Puglia, nonostante gli sforzi compiuti dal sindacato, dal mondo dell'associazionismo e dalla legislazione regionale, il quadro è ancora allarmante e sul versante delle condizioni di vita dei lavoratori agricoli migranti si è ancora all'inciviltà, con situazioni, come il cosiddetto ghetto di Rignano Garganico, nel quale si ammassano centinaia se non migliaia di esseri umani in accampamenti di fortuna e in condizioni igienico- sanitarie estremamente precarie.

“Per noi è fondamentale - dichiara Franca Di Lecce, direttore del Servizio Migranti e Rifugiati della Fcei - che le condizioni di vita e di lavoro degli immigrati siano contrassegnate dalla dignità. Lo sfruttamento lavorativo oscura, in tanti casi, questa prospettiva e l’agricoltura ne è paradigmatica. Lo sfruttamento di cui sono vittime tanti nostri fratelli e sorelle migranti interpella le nostre coscienze e le nostre comunità di fede. Sentiamo la responsabilità di lavorare insieme per spezzare le catene delle moderne schiavitù. La condivisione d’intenti, nata dall’interlocuzione con la Flai-Cgil, è fondamentale: vogliamo unire le forze per affrontare lo sfruttamento dei migranti in agricoltura in una prospettiva interdisciplinare che tenga insieme competenze e prospettive diverse”.

Al seminario formativo del 28 febbraio, parteciperanno le articolazioni e realtà locali di Puglia e Basilicata sia della Flai-Cgil che del Srm-Fcei, proprio per rendere operativa sul territorio questa alleanza. Saranno, inoltre, presenti anche alcune associazioni ed enti impegnati in percorsi sociali a favore degli immigrati quali l’Associazione Casa Di Vittorio, le cooperative sociali Alter Eco e Pietre di Scarto, gli Avvocati di Strada.