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È sempre più intensa la mobilitazione dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto. In tutta Italia si stanno infatti svolgendo le quattro ore di sciopero proclamate a livello territoriale. Oggi (mercoledì 20 luglio) è il turno di Cremona (presìdi davanti alle sedi di Ata, Bosch e Marcegaglia), Padova (sciopero di otto ore e corteo da via degli Scrovegni a piazza dei Signori) e Roma (manifestazione in piazza del Campidoglio). Giovedì 21 stop ad Ancona (presidio ai cantieri navali), mentre venerdì 22 si fermano Lucca (sciopero di otto ore e sit-in davanti la sede di Confindustria), Aosta (sciopero alla Cogne Acciai Speciali e aziende dell’indotto), Latina (presidi davanti ai cancelli delle aziende Leonardo, Crown e Sicamb) e La Spezia (corteo da piazza Brin a centro cittadino). Già fissati nuovi appuntamenti: Mantova (martedì 26), Massa-Carrara (giovedì 28) e Valle d'Aosta (venerdì 29).
“Oggi siamo qui per spiegare questa vertenza, avendo chiesto anche alla sindaca di Roma Virginia Raggi e al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti incontri sulla crisi nel territorio, sui quali non abbiamo avuto ancora risposta” spiega la segretaria generale Fiom di Roma e Lazio Francesca Redavid, secondo quanto riportano le agenzie di stampa, partecipando nella Capitale al presidio in piazza del Campidoglio.
La protesta a Roma mette assieme rivendicazioni nazionali a questioni più specificamente territoriali. “La prima – riprende l’esponente sindacale – è collegata al sistema nei bandi di gara e appalti, perché a Roma i metalmeccanici partecipano alle gare per la manutenzione di strade, uffici pubblici, scuole, persino ospedali. Con le gare al massimo ribasso abbiamo perdite costanti di posti di lavoro e condizioni sempre peggiori nei salari e nei diritti. La seconda, invece, riguarda l’informatica e la ricerca, di cui Roma è il secondo polo nazionale: sono anni che non si fa innovazione, e tutto va in gara al massimo ribasso”.
Tornando al tema del rinnovo del contratto nazionale, occorre rilevare come il braccio di ferro tra sindacati e industriali (Federmeccanica e Assistal) continui. Finora si svolti ben 16 incontri, ma le posizioni sono rimaste molto distanti. L’impegno di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil – spiegano in una nota – è oggi rivolto “a un nuovo contratto nazionale, tanto più per cogliere i segnali di ripresa e favorire una nuova fase di rilancio e innovazione del nostro sistema manifatturiero industriale, investendo sulla qualità del lavoro”. I sindacati ribadiscono quindi “la volontà di giungere a un contratto in grado di rinnovare qualitativamente le relazioni industriali, migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l'occupazione, far ripartire gli investimenti e avviare una nuova politica industriale”.
Il nodo principale è l’aumento salariale. “La proposta formulata da Federmeccanica e Assistal – spiegano le organizzazioni dei metalmeccanici – non riconosce al 95 per cento dei lavoratori alcun aumento, rendendo così inutile e residuale il contratto nazionale”. I sindacati, infine, rimarcano la necessità di confermare “il sistema su due livelli, con il ruolo generale del Ccnl sulle normative e sulla tutela del potere d'acquisto del salario, insieme alla qualificazione e all’estensione della contrattazione di secondo livello (aziendale e territoriale) per tutte le persone che lavorano nelle imprese metalmeccaniche”.