Fim, Fiom e Uilm di nuovo vicine. Visto il nulla di fatto nel rinnovo del ccnl dei metalmeccanici, i rispettivi segretari (Marco Bentivogli, Maurizio Landini e Rocco Palombella) hanno chiesto un incontro con i vertici di Federmeccanica e Assistai. Se l'incontro non avrà buon fine, le tre sigle sono pronte a uno sciopero per metà aprile, preceduto da attivi regionali e assemblee nelle fabbriche.  

Insomma, dopo tanti anni (sette) a Federmeccanica è riuscito il miracolo di riavvicinare le tre sigle dei meccanici di Cgil, Cisl e Uil, soprattutto sulla questione salariale: avendo la controparte rifiutato non solo le richieste della Fiom ma anche quelle più contenute di Fim e Uilm. Per Federmeccanica, come è noto, bastano minimi salariali di garanzia da rivalutare ogni anni ma ex post per il contratto nazionale, e aumenti collegati alla contrattazione aziendale. Uno schema che, di fatto, avrebbe l'effetto di cancellare il contratto nazionale, andando in una direzione opposta a quella stabilita dal nuovo modello contrattuale unitariamente proposto da Cgil, Cisl e Uil e che ha nella conferma della forza del ccnl come autorità salariale uno dei suoi caposaldi. Per i sindacati il sistema proposto da Federmeccanica porterebbe aumenti in busta paga solo al 5 per cento dei lavoratori.

"Siete riusciti a mettere insieme Fiom, Fim e Uilm dopo otto anni - ha detto a caldo Bentivogli ai rappresentanti di Federmeccanica –. Per sette mesi abbiamo provato a fare una piattaforma unitaria senza riuscirci". Landini, Fiom, si dice scettico sulla possibilità di trovare un accordo in extremis con Federmeccanica e, rispetto allo sciopero, dichiara: "È importante che funzioni bene non solo perché è unitario, ma perché deve esserci un consenso sui contenuti, da costruire anche fuori della categoria". Sulla stessa linea iI numero uno della Uilm Rocco Palombella: "Dobbiamo provare a rinunciare a pezzi di autonomia nei segno della ritrovata unità".