PHOTO
All'appello mancano 5mila precari della sanità. Cinquemila medici e infermieri che, evidentemente, sono stati espulsi dal sistema tra 2010 e 2012. Il dato lo ha desunto la Fp-Cgil comparando, per l'Ansa, i numeri dell'ultimo conto economico dello Stato del 2010 che indicava “in circa 40mila” i precari in sanità a fronte degli attuali “circa 35mila indicati dal ministro Patroni Griffi nell'incontro dello scorso novembre”.
“I numeri, ammesso che siano gli ultimi forniti dal Ministro, parlano da soli. Tra i 260mila precari della pubblica amministrazione - sottolinea Cecilia Taranto, segretaria nazionale della Fp-Cgil - circa 35mila lavorano in sanità, come confermano i dati forniti dallo stesso Patroni Griffi nell'incontro del 28 novembre a Palazzo Vidoni. Comparandoli con quelli forniti dal Conto annuale della Ragioneria Generale dello Stato è possibile quindi stabilire quanti di questi precari sono già stati lasciati fuori dal lavoro pubblico. Nel 2010 erano circa 40mila, esclusi gli 8 mila Cococo, che tanto il ministro quanto le sue tabelle sembrano non tenere in considerazione. All'appello mancano quindi almeno 5mila precari, che non sono stati assunti a tempo indeterminato né tanto meno hanno visto rinnovati i propri contratti. Parliamo di circa 4mila infermieri e mille medici”.
“Già si sta rimettendo in discussione il Servizio Sanitario Nazionale con minori risorse e con il blocco del turn over. Senza precari – aggiunge Massimo Cozza, Segretario Nazionale della Fp-Cgil Medici - si precarizza la sanità pubblica. La mancata stabilizzazione in diverse Regioni, in particolare Lazio, Campania, Puglia e Calabria, farebbe saltare la sostenibilità del sistema e i servizi essenziali, dal pronto soccorso ai reparti ospedalieri. Ma anche servizi territoriali come i centri di salute mentale e i servizi per le tossicodipendenze rischiano la chiusura”.
Sulla situazione dei precari in sanità interviene anche il sindacato di categoria Anaao Assomed, che stima al momento un numero di medici precari pari a circa 10mila. "Di questi - afferma il sindacato dei medici - almeno il 50% con contratti che andranno in scadenza a fine mese". Un dramma per migliaia di famiglie, ma non solo. "Si tratta di camici bianchi che perlopiù prestano servizio nei pronto soccorso e al 118". Insomma, la loro fuoriuscita bloccherebbe di fatto la prima assistenza ai cittadini. La maggior parte dei precari è concentrata al Sud: "Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia. In Campania - afferma ancora Anaao Assomed - non si fa un concorso da quattro anni".