“La crescita della produttività rappresenta un segnale positivo, che va consolidato, attraverso interventi strutturali”. Lo afferma il segretario confederale della Cgil Franco Martini commentando i dati dell'Istat. “Le parti sociali – prosegue il sindacalista – possono fare la loro parte, come dimostrano le intese siglate sul modello di relazioni e contrattazione, compresa l'ultima intesa con Confindustria. Con quelle intese si è posto il tema degli investimenti per formazione, ricerca e innovazione, assumendo la crescita dei salari come obiettivo da perseguire attraverso la redistribuzione della produttività”.

L'istituto di statistica conferma che "esistono spazi per il miglioramento del valore delle retribuzioni". Per Martini, “com'è noto, il gap di produttività del nostro Paese nei confronti dei competitori è dovuto al grande peso delle diseconomie esterne, deficit infrastrutturale, politiche del credito insufficienti, livello della ricerca troppo basso”. Oltre alle parti sociali, quindi anche “il nuovo Parlamento e il nuovo governo dovranno sostenere gli interventi necessari a rendere strutturale la crescita in atto”.