Nel mese di febbraio del 2015 sono state 4635575 le ore di cassa integrazione per le grandi e medie aziende metalmeccaniche lombarde, quasi il 61% in meno rispetto a quelle registratesi nel 2014. Cali significativi in quasi tutti i distretti territoriali, con la sola eccezione di Lodi, dove il ricorso alla cassa ha fatto segnare un exploit dell'89%. Lieve flessione a Brescia (-6%), diminuzione meno contenuta a Bergamo (-37,57%). LO confermano i dati diffusi oggi, 18 marzo, dalla Fiom Lombardia.

E' molto frastagliato e difficilmente interpretabile in maniera omogenea, invece, il dato complessivo per singola tipologia di intervento. Diminuisce il numero di cassa integrazione per i metalmeccanici dal Marzo 2014 al Febbraio 2015. Rispetto al lasso di tempo dell'anno precedente le ore di Cig sono passate da 118664736 a 98023343, un decremento pari al 17% circa (per gli operai -74,56%, per gli impiegati (-18,46%).

Per quanto riguarda il trend annuale delle tipologie di intervento, c'è un aumento quasi del 3%, una diminuzione della cassa straordinaria (-7%) e un boom della cassa integrazione in deroga (85,58). L'utilizzo della cassa integrazione si mantiene alto ancora in provincia di Sondrio (+38%), nel varesetto (+1,9%) e nel milanese (-5%).

“Questi dati non devono fare pensare a un sollievo rispetto alla recessione, sono invero sintomatici di una pericolosa stagnazione”, ammette Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia.

“Nonostante si siano cominciate ad annunciare tantissime assunzioni con il Jobs act, vi è ancora un ricorso molto massiccio agli ammortizzatori sociali. Un ricorso massivo che fa paura, considerato anche l'esplosivo utilizzo della cassa integrazione in deroga. Un tema ancora più delicato, in quanto quest'anno è stata diminuita da undici a cinque mesi”, ricorda Rota.

“Si continuano a registrare mesi e mesi con un elevatissimo utilizzo di ammortizzatori sociali, accompagnati in maniera inarrestabile da chiusure e riorganizzazioni aziendali, senza interventi strutturali sull'economia reale e investimenti che supportino un'effettiva ripresa”, commenta ancora il segretario delle blu lombarde. “Questo significa – conclude Rota - che i provvedimenti introdotti dal Governo, salutati come la panacea di tutti i mali, non fanno registrare un'inversione di tendenza, una svolta nella regione più industrializzata d'Italia, anzi cristallizzano uno stato di crisi, senza uscita rispetto alle ricette previste da Confindustria e ai miracoli promessi attraverso la bolla dell'Expo. Il boom delle ore di cassa integrazione farà molto probabilmente da preludio ad un alto numero di licenziamenti”.