"Il 2012 sembra destinato a chiudersi con un bilancio di segno negativo per il lavoro in Italia". È quanto emerge dal Rapporto 2012 sulla situazione sociale del Paese del Censis. "Nei primi sei mesi dell'anno- si legge - il numero degli occupati ha registrato una flessione dello 0,3%, che azzera di fatto le speranze di quanti ipotizzavano che l'inversione di tendenza del 2011 (quando l'occupazione era cresciuta dello 0,4%) potesse essere rafforzata".

A fronte di una costante e progressiva riduzione dei lavoratori autonomi, le cui difficoltà di sopravvivenza sul mercato sono apparse evidenti fin dal primo momento, "gli unici saldi positivi registrati hanno riguardato il lavoro a tempo determinato, cresciuto del 5,5% tra il 2010 e il 2011, e del 4,6% nel primo semestre del 2012. Di contro, il lavoro dipendente a tempo indeterminato e' rimasto praticamente stabile nel 2011 e risulta in leggera flessione nei primi sei mesi del 2012 (-0,4%)".

Dice ancora il Censis che "l'ampio ricorso alla Cassa integrazione e la riduzione degli orari di lavoro stanno determinando un evidente effetto di sostituzione tra lavoro part time e full time. E se quest'ultimo si riduce (-0,1% nel 2011 e -2,2% nel 2012), aumenta invece il numero dei lavoratori occupati con formule orarie atipiche: 114.000 in piu' nel 2011 (+3,3% rispetto al 2010) e ben 362.000 in piu' nei primi sei mesi del 2012 (+10,3% rispetto al primo semestre del 2011)".

"Nell'apparente situazione di stallo del sistema del lavoro italiano - inoltre - si stanno determinando rilevanti riassestamenti interni che non sono indifferenti rispetto ai temi della qualità e della competitività della nostra occupazione: la progressiva sostituzione tra lavoro atipico e standard e l'invecchiamento della forza occupata".