In attesa degli annunci della Bce su tassi di interesse e future mosse dell'Eurotower (la conferenza stampa di Mario Draghi è prevista alle 14.30) la giornata sui mercati finanziari si apre all'insegna dell'ottimismo, con lo spread tra titoli italiani e tedeschi che torna, dopo lungo tempo, sotto i 400 punti base e con le Borse che aprono positive in attesa di ascoltare le decisioni della Banca Centrale.

Un buon viatico per il premier italiano Mario Monti che oggi torna a parlare della crescita, che adesso, secondo il premier, per l'Italia è possibile, anche grazie ai sacrifici imposti dal suo governo: “E' penoso – dice Monti in un'intervista a Il Mattino - per i più deboli avere sei mesi, un anno in più di cinghia stretta, ma se fossero saltati il sistema finanziario e l'opinione del mondo sull'Italia, le macerie avrebbero ingombrato la strada della crescita e dell'occupazione per molto, molto tempo. Adesso la strada è sgombra, bisogna fare di più per crescita e occupazione: ma la priorità era che non diventassero impossibili come stava accadendo per la turbolenza finanziaria”.

“La crescita - sottolinea quindi il presidente del Consiglio - è l'obiettivo centrale e non si realizza senza interventi radicali e un pochino, anche se so che il mondo politico non accetta che il governo tecnico lo dica, cambiando mentalità. Diamo spazio alla creazione di lavoro, anche Internet dà spazio ai giovani e alla loro fantasia per entrare nel mercato del lavoro”.

L'attenzione del premier si concentra poi sul Sud: “La questione meridionale si presenta oggi rovesciata. Affinché l'Italia cresca, contribuendo di par suo al rilancio europeo, il Sud deve cambiare più del resto del Paese. Il Sud è un'occasione e non un freno allo sviluppo”.

'Il nostro orientamento per il Meridione - spiega il premier – è cercare di tirare il massimo in positivo dal fatto che siamo un Paese europeo e quindi inserito in un insieme che dà benefici ai singoli Paesi”. Uno dei punti di partenza, afferma, deve essere la promozione del merito ed il contrasto al malcostume della raccomandazione, che per il premier è anche una delle principali cause della fuga di cervelli: “I giovani non vogliono sottostare ad un sistema che premia ancora molto il tipo di inserimento sociale, le raccomandazioni piuttosto che il merito. Cambiando questo tessuto si genera la crescita”.