È tempo di bilanci per Ivan Lo Bello, l’ex presidente di Confindustria Sicilia, intervistato da Felice Cavallaro per il Corriere della Sera. Considerato in pole position verso un incarico a fianco di Giorgio Squinzi, Lo Bello lascia nell'isola il testimone ad Antonello Montante e proprio questa successione lo porta a porre l'accento sul lavoro di squadra: “Non sono stato un uomo solitario al comando. Nessuno da solo ce l’avrebbe fatta a scardinare la fuorviante idea di imprese inserite in un sistema fondato su flussi di spesa pubblica, rapporti non trasparenti con il mondo politico, presenza della mafia come regolatore di mercato, burocrazia e politica come snodi della redistribuzione di risorse in chiave clientelare”.

“Abbiamo fatto la nostra rivoluzione culturale – spiega ancora Lo Bello –. Abbiamo cominciato dalla Sicilia, ma con l'occhio ai guasti del paese. Un merito può essere quello di avere capito prima di altri che era finito un modello fondato sull' ostilità al mercato, alle regole, centrato sull'intermediazione parassitaria accettata da un pezzo del nostro mondo imprenditoriale”. “Un mese fa a Palermo – ricorda ancora l’ex presidente di Confindustria Sicilia – 25 mila persone raccolte da tutte le forze produttive e dal sindacato hanno sfilato insieme per sollecitare il governo a non sprecare, a recuperare efficienza fuori da incentivi e sussidi. Non erano falsi precari, operatori di una ‘Formazione’ inesistente o ex detenuti. Penso a quel modello, alla marcia di una Sicilia che vuole cambiare”.