"Siamo sbalorditi, rispettiamo questa sentenza ma non la condividiamo e continuiamo a considerare questo licenziamento illegittimo. Andremo avanti nella nostra battaglia legale". Lo ha detto Marco Beretta, segretario generale della Filcams Cgil, nel corso di una conferenza stampa indetta alla Camera del Lavoro di Milano per commentare la sentenza del tribunale del lavoro che ha respinto il ricorso della lavoratrice dell'Ikea di Corsico, alle porte di Milano, Marica Ricutti licenziata dall’azienda. Separata e madre di due figli, uno dei quali affetto da un'invalidità al 100 per cento, la lavoratrice aveva denunciato di essere stata costretta a subire turni insostenibili per la sua condizione familiare. "I problemi di Marica non sono stati tenuti in considerazione e gli interessi di una multinazionale sono stati anteposti a quelli di una lavoratrice che per 18 anni è stata dipendente Ikea. La Filcams non si fermerà qui perché quello di Marica è un problema più generale dei lavoratori della grande distribuzione organizzata", ha aggiunto Beretta.

"Si tratta di un provvedimento non definitivo con cui il giudice, a seguito di una prima valutazione in fase di urgenza, ha ritenuto legittimo il provvedimento espulsivo adottato nei confronti della lavoratrice, la quale si sarebbe resa colpevole di gravi mancanze, disattendendo apertamente disposizioni aziendali”, spiega una nota della Filcams milanese. "Il provvedimento è ingiusto e non condivisibile, e per questo la lavoratrice, con il sostegno della Filcams Cgil Milano, ha già dato mandato ai suoi legali di presentare il ricorso in opposizione, che nei prossimi giorni verrà depositato. La decisione del giudice non sembra infatti tenere in alcuna considerazione una serie di questioni".

"Abbiamo sentito Marica, che non sta bene perché non si aspettava questa sentenza, ma è determinata e convinta nel proseguire la sua battaglia e rivendicare il suo diritto al posto di lavoro", ha riferito sempre Beretta alle agenzie di stampa, aggiungendo che "i colleghi hanno dimostrato solidarieta' a Marica scioperando, nonostante il tentativo dell'azienda di far passare la lavoratrice come una lavativa e un'assenteista".

"Stiamo già preparando l'opposizione a questo provvedimento che non considera che la lavoratrice aveva una situazione di difficoltà: l'ordinanza tralascia alcuni aspetti oggettivi nel gestire una situazione familiare complicata". Lo ha spiegato Maurizio Borali, legale della lavoratrice. Il rito processuale "prevede che sia lo stesso giudice a valutare il ricorso", prosegue l’avvocato: "Speriamo di convincerlo, ma abbiamo già messo in conto che sarà la corte d'Appello a valutare la vicenda". In quella sede – ha detto – “potremo far valere alcuni elementi e circostanze di fatto che non sono state considerate in questa fase". Il legale ha segnalato la "situazione di grave incertezza in cui si trovava la lavoratrice dovuta al comportamento non chiaro dell'azienda". E ha aggiunto: "Sono stati sentiti solo i responsabili di Marica, e anche una collega sindacalista della cui testimonianza però non c'è traccia nell’ordinanza”.